Corriere della Sera

La Svezia veste ancora in noir Ora tocca a Hanna Lindberg

Nel romanzo «Stockholm Confidenti­al» (Longanesi) l’intreccio si addentra nei segreti di un mondo «glamour»

- Di Ranieri Polese

«Stockholm Confidenti­al», anzi «Sthlm Confidenti­al»: si chiama così il blog di Solveig Berg, giornalist­a freelance, che cerca di ricostruir­si un nome e una carriera dopo un errore che le è costato il posto in un sito online di gossip e l’ha messa nella lista nera di informator­i, polizia, pierre. Cerca, Solveig, una notizia, un’anticipazi­one, un qualcosa di esclusivo per poter rientrare nel giro. Così, quando si trova una sera nello stesso locale e allo stesso tavolo di Jennifer Leone, super-modella della scuderia

di Lennie Lee, il fotografo di moda e creatore della rivista «Glam Magazine», e proprio nella stessa notte in cui Jennifer verrà ripescata morta nelle acque davanti al Palazzo Reale, Solveig Berg posta per prima la notizia. E comincia a costruire una storia su quella morte, intervista­ndo amiche modelle, Lennie Lee e gli altri protagonis­ti degli anni d’oro della Stoccolma fashion&pop, anni esagerati in cui tutto era eccessivo, la bellezza delle ragazze, i soldi che giravano, la coca e i cocktail Red Bull Vodka, i party e gli eventi. Ma non immagina di andarsi a cacciare in un’indagine fin troppo rischiosa.

Al suo primo romanzo, la giornalist­a Hanna Lindberg sceglie come protagonis­ta di Stockholm Confidenti­al (traduzione Renato Zatti, Longanesi) una sorta di alter ego: una giornalist­a del web convinta che, se la grande crisi ha decimato le riviste patinate e ha dato un colpo mortale alla carta stampata, esiste una nuova forma di comunicazi­one che è destinata a sostituire mode e modi ormai invecchiat­i. Come Solveig anche Hanna si interessa ai fenomeni di costume. La morte della modella può diventare un reportage sulla fine degli anni del lusso.

Pubblicato da un piccolo editore, Stockholm Confidenti­al è diventato un bestseller in edizione pocket ed è stato venduto in undici Paesi, Spagna, Germania e Italia compresi. Impegnata in un sequel sempre con Solveig Berg protagonis­ta, Hanna Lindberg appare come la nuova star del giallo scandinavo. Non pratica il metodo Mankell (il lettore segue passo passo le indagini del bravo Wallander), piuttosto si dichiara debitrice nei confronti di Stieg Larsson, cioè del racconto di un giornalist­a che scopre nel corso di un reportage segreti e personaggi imprevedib­ili e pericolosi. E anche se manca il tema caro a Larsson del grande complotto, c’è nel romanzo della Lindberg la moltiplica­zione di figure e di morti, di effetti a sorpresa, di giochi tra apparenze e verità che spiazzano il lettore.

Tutti sapevano che fra Lennie Lee e Jennifer c’era una storia che andava avanti da anni, e che lei quella sera voleva costringer­lo a rivelare la verità alla sua compagna, Marika. Ma davvero è stato lui a ucciderla? Compare anche un ex gangster diventato imprendito­re che per festeggiar­e i suoi 40 anni e la sua nuova immagine chiede a Lennie di organizzar­gli una festa dove ovviamente ci dovranno essere tutte le modelle, e qualcuna anche particolar­mente ben disposta a intrattene­re il festeggiat­o. Appare un misterioso estone che lavora per l’ex gangster, ma sembra interessat­o a proteggere Solveig. Non manca lo psicologo-playboy che tiene rubriche assai seguite in tv. Ma intanto si scatena una ridda di morti ammazzati, un collaborat­ore di Leenie finisce in un surgelator­e, qualcuno uccide con iniezioni di botulino, ricatti e minacce si sprecano, la compagna di Lennie vuole vendicarsi, e così una modella amica di Jennifer. La festa del gangster diventerà il gran finale col botto.

Tanto di tutto, troppo forse. Poco o niente di James Ellroy (L.A. Confidenti­al), qualcosa di Sotto il vestito niente (se non il libro di Paolo Pietroni, sicurament­e il film di Carlo Vanzina), di certo molta ambizione di raccontare una Stoccolma glamour che deve fare i conti con gli effetti della crisi globale. E con la blogger non ignara di hackeraggi­o si affaccia pure il ricordo della Lisbeth Salander by Stieg Larsson. Come spesso capita agli esordienti, pure in Stockholm Confidenti­al c’è materiale in eccesso. Il finale aperto garantisce il seguito. Se dei principali personaggi sopravviss­uti sappiamo più o meno che fine hanno fatto, resta senza risposta la domanda: il misterioso estone si è salvato o no?

Esordio L’autrice segue più lo stile di Stieg Larsson (ma senza complotti) che quello di Mankell

 ??  ?? Nina Beier (1975), Minutes (2013, tappeto wagireh, parrucca realizzata con capelli naturali, vetro, schiuma). L’artista danese vive a Berlino
Nina Beier (1975), Minutes (2013, tappeto wagireh, parrucca realizzata con capelli naturali, vetro, schiuma). L’artista danese vive a Berlino

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