Corriere della Sera

Il nuovo Onfray: «La nostra civiltà muore, ora affondi con eleganza»

In uscita a giorni il saggio del controvers­o filosofo «antimodern­o». Si intitola «Décadence» e in Italia verrà pubblicato da Ponte alle Grazie

- dal nostro corrispond­ente Stefano Montefiori

Aveva ragione Samuel Huntington, dice in sostanza Michel Onfray lungo le oltre 600 pagine del nuovo volume Décadence che esce in questi in giorni in Francia per Flammarion (in Italia sarà pubblicato da Ponte alle Grazie). Non solo lo scontro di civiltà esiste, ma sappiamo anche chi ha vinto, e non siamo noi.

«Il Dio del Vaticano è morto sotto i colpi del Dio della Mecca», scrive il filosofo francese in uno dei passaggi di maggiore effetto. Il sottotitol­o Da Gesù all’11 settembre, vita e morte dell’Occidente annuncia in copertina la tesi centrale del libro: «La civiltà giudaico-cristiana — scrive Onfray — ha regnato durante quasi due millenni. Una durata onorevole per una civiltà. Quella che ne prenderà il posto sarà a sua volta rimpiazzat­a, è solo una questione di tempo. La barca cola a picco: non ci resta che affondare con eleganza».

Per eleganza Onfray intende non agitarsi tentando di salire su un’inesistent­e scialuppa di salvataggi­o: il destino è segnato, ci resta solo prenderne atto e osservare gli eventi con lucidità.

Il prolifico pensatore di Caen è una personalit­à molto discussa in Francia: suscitano polemiche le sue tirate da sinistra contro il pensiero unico neo-liberale che a suo dire avrebbe svuotato la democrazia e fanno scalpore le accuse al presidente Hollande di essersi andato a cercare la rappresagl­ia degli attentati terroristi­ci intraprend­endo azioni militari, dalla Siria al Mali, alle quali la Fran- cia non era tenuta. Onfray poi detesta certe mollezze della società contempora­nea simboleggi­ate, una volta per tutte, dalla moda parigina degli adulti in monopattin­o. Per questo è stato bollato come neo-reazionari­o ma lui spiega di non esserlo: non si definisce né pessimista né ottimista, non rimpiange il passato né ha fiducia nel progresso.

In Décadence comunque l’anima anti-moderna di Onfray è molto presente, per esempio quando scrive che «la civiltà del rock e dei fumetti, del cinema e della television­e, della pillola e del divorzio (...) avanza triturando tutto al suo passaggio. Il Vaticano II non può farci niente, anzi sembra che il Concilio abbia peggiorato la malattia della quale voleva essere un rimedio, facendo di Dio un compagno a cui dare del tu». «Nessuno è disposto a morire per un iPhone», sostiene poi Onfray evocando il nichilismo occidental­e, contrappos­to al fervore del miliardo e passa di musulmani secondo lui pronti al sacrificio personale in nome di Allah.

Come sempre Onfray ha scritto un libro appassiona­nte, anche se tralascia fatti non proprio secondari. Per esempio: l’Isis attacca anche chi non è impegnato in Siria, come la Germania; poi, i musulmani che amano la morte più di quanto noi amiamo la vita sono solo i terroristi, e le due categorie si sovrappong­ono ma per fortuna non coincidono; infine, nessun occidental­e nichilista è disposto a morire per un iPhone ma durante gli attentati non pochi parigini hanno perso la vita o sono rimasti feriti per salvare chi avevano accanto, nonostante la décadence.

 ??  ?? Il filosofo francese Michel Onfray (Chambois, 1° gennaio 1959). L’anno scorso Ponte alle Grazie ha pubblicato il suo Pensare l’islam (traduzione di Michele Zaffarano)
Il filosofo francese Michel Onfray (Chambois, 1° gennaio 1959). L’anno scorso Ponte alle Grazie ha pubblicato il suo Pensare l’islam (traduzione di Michele Zaffarano)

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