Galiena: torno in tv ma sogno gli eroi di Shakespeare
«Il bello delle donne? Piuttosto vorrei interpretare tutti i personaggi shakespeariani maschili! Riccardo III, Amleto, Macbeth...». Anna Galiena, dopo tanto teatro, torna in tv con la quarta edizione della celebre fiction «Il bello delle donne... Alcuni anni dopo», prodotta da Ares per Rti, in onda su Canale 5 dal 13 gennaio in otto puntate con la regia di Eros Puglielli. Il salone di bellezza riapre dunque i battenti, vent’anni dopo, ma con un cast completamente rinnovato: a parte Massimo Bellinzoni nel ruolo di Luca (il coiffeur amico delle donne) e Giuliana De Sio in quello della nevrotica Annalisa, tra le new entry sono previste Claudia Cardinale, Lina Sastri, Alessandra Martines, Barbara De Rossi, Vanessa Gravina e Manuela Arcuri.
«Io impersono Germana, che ha apparentemente una vita dorata - racconta Galiena sono sposata, vivo in un lussuoso appartamento, sono una privilegiata. In realtà mi trovo vicino a un uomo, mio marito, che è avaro di sentimenti. Prendo coscienza di questa condizione, mi sento chiusa in una gabbia e, nello sviluppo della storia, spezzo le sbarre e volo via».
Volando via incontra Francoise Leroux (Martines), famoso architetto, sofisticata, elegante, protagonista delle cronache mondane, ma anche lei delusa più volte dal rapporto con gli uomini. «Tra noi continua Galiena - nasce una profonda amicizia, una complicità mai raggiunta con l’universo maschile: e sboccia l’amore». Un amore lesbico che, in entrambi i personaggi, rappresenta una decisa e inaspettata svolta emotiva: «A prescindere dall’omosessualità vera e propria tra noi donne si crea spesso una complicità di genere, che va oltre i canoni normali dell’amicizia: siamo Sorriso Anna Galiena, 62 anni, nella serie lascerà il marito e una vita dorata: si scoprirà innamorata di un’altra donna più disposte a raccontarci, a confrontarci, a confidarci i problemi più intimi e segreti... Sono gli uomini che vorrebbero vederci sempre in competizione per contenderci l’”osso”, ovvero il maschio di turno, ma non è così! È una mentalità molto maschilista. Che piaccia o no, le donne sono molto più solidali di quanto possa apparire o si possa immaginare».
Una mentalità maschile che spesso incide anche nelle scelte di casting, soprattutto nel cinema: «Se superiamo una certa età, noi attrici possiamo fare solo le mamme, le nonne, addirittura le bisnonne. Ma è una questione che riguarda in particolare l’Italia. In Francia, dove vivo da anni, c’è spazio per ruoli da protagonista pure per le signore mature. Mi sarebbe piaciuto interpretare Judith nel film Cliente di Josiane Balasko, una ultracinquantenne di successo che paga un giovane gigolo per le prestazioni sessuali: lo utilizza e poi lo sbatte fuori sprezzante». Per questo motivo vorrebbe impersonare personaggi maschili? «All’estero li ho già interpretati, per esempio Bruto in un allestimento newyorkese del “Giulio Cesare” di Shakespeare. Il vantaggio dei ruoli maschili è che hanno più cose da dire... hanno testi più ricchi e corposi... e non quelle poche battute che, di solito, competono alle figure femminili, sovente di contorno. Altroché “il bello delle donne”... Noi donne siamo sempre sacrificate».