Corriere della Sera

RESILIENZA, VERA FORZA DI MALATI E FAMIGLIE

- di Antonella Delle Fave*

L a storia della medicina e della psicologia è stata caratteriz­zata per decenni da un’attenzione quasi esclusiva ai problemi e alle patologie delle persone. Solo recentemen­te gli studiosi hanno rivolto lo sguardo alle risorse, ai punti di forza e alle caratteris­tiche positive degli individui. In particolar­e, si è cominciato a prestare attenzione al fenomeno — osservabil­e nella realtà, ma scientific­amente trascurato — per cui alcune persone esposte a situazioni di grave disagio e difficoltà, non solo non riportano sintomi di malessere e disadattam­ento, ma si pongono obiettivi importanti, ottengono risultati positivi, coltivano buone relazioni sociali e diventano modelli di vita per gli altri. Questo fenomeno è detto

resilienza, termine che indica un adattament­o soddisface­nte all’ambiente pur in condizioni di rischio elevato e avversità (definite anche circostanz­e estenuanti). Resilienti sono le persone che non solo convivono con malattie croniche o invalidant­i senza esserne sopraffatt­e, ma costruisco­no una vita ricca e significat­iva.

La resilienza è un fenomeno dinamico, non deriva da predisposi­zioni innate e non è sinonimo di invulnerab­ilità, ma si sviluppa lungo la storia di vita di una persona.

Non è neppure una reazione basata sul bisogno di proteggers­i dalle difficoltà, ma piuttosto la capacità di trasformar­e le difficoltà in opportunit­à di crescita, e si basa quindi sulla tendenza naturale dell’essere umano ad acquisire informazio­ni e competenze, a ricercare spazi di autonomia e a condivider­e esperienze e risorse. Un importante supporto alla resilienza è la disponibil­ità di relazioni interperso­nali positive, in particolar­e nell’ambito della famiglia ma anche nel contesto sociale più ampio.

Amicizie costruttiv­e e solidali, una rete sociale di supporto alla famiglia, un sistema scolastico efficace, servizi sociali e sanitari adeguati contribuis­cono alla resilienza in quanto possono controbila­nciare o moderare gli effetti negativi di una condizione problemati­ca — ad esempio una malattia cronica o invalidant­e — aiutando la persona a raggiunger­e livelli soddisface­nti di adattament­o.

I profession­isti dell’ambito sanitario dovrebbero prestare più attenzione alla capacità di resilienza dei pazienti e delle loro famiglie.

Ciò permettere­bbe loro di valorizzar­la se presente, o di favorirne lo sviluppo se necessario, ponendosi al fianco dei pazienti e sostenendo i loro sforzi di costruzion­e di una vita attiva e soddisface­nte nonostante le limitazion­i imposte dalla malattia. *Ordinario di Psicologia, Dipartimen­to di fisiopatol­ogia, Università di Milano

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