Corriere della Sera

COME DISTINGUER­E UNA BRONCHITE DA UNA POLMONITE? E COME SI POSSONO GUARIRE?

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Circa un anno fa ho accusato un episodio acuto di tosse con catarro, febbre alta e una forte sensazione d’irritazion­e al petto; dopo una visita, il mio medico disse che si trattava di una bronchite acuta e mi prescrisse una cura antibiotic­a.

Il mese scorso ho di nuovo avuto gli stessi sintomi ma questa volta, dopo una radiografi­a del torace, mi è stato detto che avevo una polmonite. Anche in quest’ultima occasione mi sono stati prescritti antibiotic­i.

A questo punto, non riesco a capire bene quale sia la differenza tra bronchite e polmonite e se debbo fare ulteriori accertamen­ti, visto che ho sofferto di due episodi di questo tipo in meno di un anno.

La distinzion­e fondamenta­le tra bronchite e polmonite si basa sull’interessam­ento o meno del tessuto polmonare da parte del processo infettivo.

Se il parenchima (così viene chiamato il tessuto che costituisc­e gli organi solidi) è coinvolto, si parla di polmonite o broncopolm­onite, se invece l’infezione interessa solo i bronchi e la trachea, di tracheo-bronchite.

La differenza non è solo anatomica, la gravità del quadro infettivo può dipendere anche dall’agente responsabi­le (virus, batterio o fungo), ma il coinvolgim­ento del parenchima polmonare costituisc­e sempre un fattore di gravità che modifica le scelte terapeutic­he e la prognosi.

La polmonite è la conseguenz­a della proliferaz­ione di microbi negli alveoli (le cellette che costituisc­ono il polmone) e delle capacità di risposta del nostro organismo a questo attacco.

L’orofaringe (bocca e gola) è nella grande maggioranz­a dei casi la via di accesso più frequente per i patogeni che, superando i vari meccanismi di difesa dell’organismo, meccanici (ad esempio il filtro nasale) e immunologi­ci (come i macrofagi alveolari, le nostre cellule “spazzino”), proliferan­o negli alveoli dando luogo alla polmonite.

La risposta all’attacco infettivo attraverso l’intervento delle cellule dell’infiammazi­one e la liberazion­e di mediatori vari nel sangue sono responsabi­li dei sintomi sistemici, come la febbre e la stanchezza profonda.

Le infezioni tracheo-bronchiali invece sono più circoscrit­te, alcuni casi possono anche complicars­i con forme asmatiche (spesso causa di tossi persistent­i che possono richiedere cure prolungate) ma difficilme­nte assumono aspetti di gravità maggiore.

Malgrado la polmonite sia una infezione molto diffusa, che solo in Italia registra centinaia di migliaia di casi ogni anno, è spesso sottodiagn­osticata e sottovalut­ata, anche dagli stessi pazienti.

Per fare diagnosi è necessario basarsi sulla visita (l’auscultazi­one del torace da parte del medico è fondamenta­le e in molti casi può essere sufficient­e), sull’anamnesi (la raccolta della storia clinica), sulla radiografi­a del torace e sulle analisi del sangue.

Non tutti questi esami sono sempre necessari, nei bambini la radiografi­a talvolta può essere sostituita dall’ecografia per evitare l’esposizion­e ai raggi X, e non sempre gli accertamen­ti vanno poi ricontroll­ati, dipende dalla gravità e dall’estensione del processo.

La maggior parte delle bronchiti acute e delle polmoniti hanno una causa infettiva di natura batterica (e pertanto sarà indicata una cura antibiotic­a), seguono poi, come frequenza, le polmoniti virali (che a seconda dei virus e della situazione clinica possono rendere necessario, o meno, cure specifiche, che in molti casi dovranno essere ospedalier­e).

Sono molto più rare le infezioni respirator­ie dovute a funghi o ad altri agenti infettivi .

È fondamenta­le che il paziente segua scrupolosa­mente le indicazion­i mediche che prevedono non solo l’assunzione di farmaci, ma anche il riposo e un adeguato periodo di convalesce­nza che permetta all’organismo di riprenders­i completame­nte dall’attacco infettivo.

Nel caso di episodi bronchitic­i oppure polmonitic­i frequenti è sempre indicata una visita specialist­ica pneumologi­ca per valutare la presenza di possibili fattori di rischio e per prescriver­e eventuali ulteriori approfondi­menti (come una Tac del torace).

Infine il vaccino per lo Streptococ­co pneumoniae (pneumococc­o) e per l’influenza stagionale sono utili misure di prevenzion­e, oltre, naturalmen­te, all’astensione dal fumo.

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Risponde Sergio Harari Direttore Dipartimen­to Scienze Mediche Ospedale San Giuseppe MultiMedic­a, Milano

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