«Adesso i neoassunti torneranno a casa È una presa in giro»
«Siamo passati dall’essere presidi sceriffi a presidi cretini: abbiamo lavorato tutta l’estate sui piani d’offerta triennali e ora ci ritroviamo prof che chiederanno il trasferimento vanificando ciò che abbiamo progettato per le nostre scuole: è tutta una colossale presa in giro».
Claudio Bruzzone ha 64 anni, guida l’Istituto d’istruzione superiore Rita Levi Montalcini di Acqui Terme (Alessandria), 6 indirizzi per oltre mille studenti, ed è anche reggente dell’Istituto tecnico Leonardo da Vinci ad Alessandria. Da una vita nella scuola ma, ammette, «ultimamente ho pensato alla pensione e non mi era mai successo perché io amo questo lavoro».
Ma le difficoltà degli ultimi tempi, trovare i prof, i rifiuti continui, i certificati, i permessi, la ricerca di supplenti, gli arrivi dei neoassunti, «mi hanno fatto perdere la fiducia: è molto complicato oggi riuscire a dare un senso al nostro lavoro».
Con la riforma della Buona scuola gli sono arrivati nuovi insegnanti, «ma, ad esempio, io avevo chiesto inglese, matematica, educazione fisica, invece mi hanno mandato docenti di diritto, che già avevo, ma ho cercato comunque una collocazione adatta a loro». Solo che da oggi, «tutto viene vanificato: l’accordo firmato prima di Natale dalla ministra Valeria Fedeli con i sindacati elimina l’obbligo triennale per i prof e scardina uno dei punti fondamentali della riforma, così si mina la stabilità della scuola; per noi presidi è una provocazione».
I suoi nuovi prof arrivano infatti tutti dalla Sicilia: «Già oggi qualcuno mi chiederà il trasferimento, non si pensa così agli studenti, i veri utenti della scuola». Alcuni dei neoassunti non avevano mai messo piede in un’aula: «Perciò avrebbero dovuto accendere un cero, invece c’è stata questa campagna lacrimevole sui prof con la valigia: ora torneranno tutti a casa, si comincia l’anno nel peggiore dei modi».