Corriere della Sera

«Banche salvate, fuori i nomi dei debitori»

Mossa del presidente dell’Abi. Parte l’iter per il Montepasch­i, oggi i consigli di Veneto e Vicenza

- Andrea Ducci

Interesse collettivo contro il diritto alla riservatez­za dei singoli. Per ora vige la ferrea regola a tutela e protezione dei dati personali dei soggetti titolari di un debito bancario. Il Garante per la privacy e un corredo di norme assicurano il rispetto dei dati riservati e della dignità personale del debitore, anche quando si rivela un pessimo debitore concorrend­o al dissesto della banca che gli ha prestato i soldi. Caso di attualità, visti gli innumerevo­li interventi di salvataggi­o di istituti imbottiti di incagli e di crediti irrecupera­bili. Ma se le banche sono salvate utilizzand­o soldi pubblici il velo di riservatez­za sui nomi dei principali debitori potrebbe essere levato. A chiedere l’eccezione è il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Vale ricordare che, oltre a presiedere l’Associazio­ne bancaria italiana, Patuelli è stato in due lontane legislatur­e deputato del Partito Liberale, poi sottosegre­tario alla Difesa nel governo Ciampi e da più di 20 anni è alla presidenza della Cassa di Risparmio di Ravenna. All’uomo, insomma, non fa difetto il fiuto per comprender­e che la politica potrebbe decidere di valutare un intervento e allargare le maglie in materia di tutela della privacy. «Chiedo a titolo personale che siano resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche salvate. E per farlo, penso al varo di una norma di legge sia per le banche risolute sia per quelle preventiva­mente salvate dallo Stato - dice Patuelli in un’intervista al Mattino - bisognereb­be cioè fare un’eccezione alle attuali regole della privacy, proprio alla luce del fatto che si tratta di banche nelle quali sul piano della risoluzion­e o del salvataggi­o preventivo è intervenut­o lo Stato o le altre banche e i risparmiat­ori». Una netta presa di posizione che trova sponda, per esempio, nella Lega Nord. «È giusto che siano resi noti i nomi di chi ha sottratto soldi ai risparmiat­ori», spiega Massimilia­no Fedriga, presidente della Lega alla Camera. Tanto che con la riapertura dei lavori parlamenta­ri il partito di Salvini intende presentare una «proposta di legge e tutti gli emendament­i necessari per rendere pubblici i grandi debitori insolventi delle banche». La tentazione di configurar­e l’operazione come compilazio­ne di liste di proscrizio­ne viene stoppata sul nascere dallo stesso Patuelli, che prova a spiegarne le ragioni e il valore etico. «Una norma come quella proposta farebbe più chiarezza e contribuir­ebbe anche a evidenziar­e più facilmente i casi di violazione della mendacio bancario, che si verifica quando qualcuno prende in prestito dei quattrini, raccontand­o cose false alla banca», argomenta il Serve una norma per superare il diritto alla privacy degli insolventi presidente dell’Abi per il quale «se si chiede solidariet­à pubblica non ci può essere la solidariet­à degli altri e il vecchio segreto bancario».

Nel frattempo oggi sarà una giornata cruciale. Stamattina si riuniscono i board di Veneto Banca e di Pop Vicenza per approvare le offerte di transazion­e con i soci. Una volta chiuso il capitolo transazion­e, entro fine gennaio dovranno presentare il progetto per la fusione. Sempre oggi per scade il termine per le controffer­te per Banca Etruria, Banca delle Marche, CariChieti e CariFerrar­a. E a metà settimana si terrà l’incontro a Roma tra i vertici di Mps e il ministero dell’Economia.

Una legge ad hoc

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