«Lotta agli scafisti nelle acque libiche»
Pinotti : operazioni congiunte, Tripoli deve collaborare. Oggi la missione di Minniti
Primo: contrasto dell’immigrazione clandestina anche in acque territoriali libiche. Secondo: uso dell’esercito per monitorare e gestire i Cie per immigrati più difficili, dove si presentassero problemi di sicurezza. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, intervistata da Maria Latella su Sky, si concede due novità in un colpo solo. Militari per controllare i centri di permanenza per gli immigrati irregolari, che il governo si prepara a quintuplicare, secondo la direttiva di fine anno del nuovo ministro dell’Interno, Marco Minniti. E poi controllo delle frontiere marine libiche, con forze congiunte italiane, europee e libiche, cercando di reindirizzare l’attuale missione di controllo europea anche su acque territoriali di Tripoli.
Sui Cie la Pinotti dice di essere in perfetta sintonia con il ministro degli Interni: «Stiamo dando il massimo di disponibilità per intervenire con le forze armate. Sono attualmente già impegnati settemila militari nell’operazione Strade sicure, e potrebbero essere impiegati anche per controllare laddove una presenza significativa di migranti potrebbe essere problematica per l’ordine pubblico».
Sul contrasto del traffico di clandestini, che parte della Libia, il ministro è altrettanto chiaro: «È giunto il momento di imprimere una trasformazione alla missione europea contro gli scafisti. È venuto il momento di passare a una fase due in Libia, sostenere la guardia marina libica perché ci siano controlli nelle acque africane. Non possiamo veder partire sempre centinaia di barconi dalle coste libiche. Non è una barriera italiana, ma uno degli obiettivi che la missione europea si è data. Dobbiamo riuscire a farlo nelle acque libiche».
Anche per riuscire veramente ad arrivare ad un svolta proprio il ministro dell’Interno, Marco Minniti, dovrebbe volare oggi a Tripoli, per incontrare il governo riconosciuto
I militari e i controlli sui Cie Sull’emergenza immigrazione la responsabile della Difesa spiega che i militari possono essere impiegati per controllare i Cie
dall’Onu e porre le basi di una maggiore collaborazione. In ballo ci sono otto motovedette che l’Italia potrebbe cedere alla guardia costiera libica, nella cornice di un accordo che vede coinvolti anche i nostri marinai, con compiti di addestramento e pattugliamento congiunto delle coste.
Minniti potrebbe poi porre le basi per un accordo quadro di rimpatrio dei clandestini che su suolo libico sono transitati, anche se la situazione politica nel Paese non consente di essere ottimisti. Di certo Minniti discuterà con le autorità libiche dell’imminente riapertura della nostra ambasciata, nei prossimi giorni l’ambasciatore Giuseppe Perrone presenterà le credenziali.