Renzi già lavora al suo programma E lancia lo «scouting» tra i giovani
Sulla legge elettorale l’attesa per la Corte costituzionale, niente blitz prima del 24
stelle, ammaccato a Roma, sta spostando le sue iniziative altrove e il Partito democratico segue le sue mosse: al Nazareno ritengono che quello che sta succedendo adesso sia il frutto dell’esito referendario. Se lo aspettavano, anche se, ovviamente, non se lo auguravano.
Ma se Grillo alza i toni, Renzi non ritiene di dover fare altrettanto. Lavora alla nuova segreteria in cui il ministro Maurizio Martina potrebbe avere la responsabilità di guidare il settore più difficile per il partito, cioè l’Organizzazione. E attende di conoscere i dati finali dell’Istat e dell’Agenzia delle Entrate sui posti di lavoro e sulla lotta all’evasione. Il Pd farà due iniziative proprio sue questi temi.
E al Nazareno si aspetta anche di sapere quale sarà la decisione della Corte costituzionale sul referendum che riguarda il Jobs act. L’attenzione è focalizzata su questo fronte, più che sulla sentenza della Corte sull’Italicum. Anche perché la storia della Cgil che contesta i voucher ma poi li usa e, quindi, una volta scoperta, emana una circolare per dire di minimizzare la cosa, ha avuto un grande impatto nel Pd: ha messo in difficoltà la minoranza bersaniana che lavora a stretto contatto con Susanna Camusso.
Dunque, a breve, il segretario, che vorrebbe riunire la segreteria in settimana, riprenderà il suo lavoro. Nel Pd, con un’attività di scouting tra i giovani, e con alcuni tour nelle principali città italiane. Ma, soprattutto, Renzi investe sul programma del partito che sta elaborando insieme a Tommaso Nannicini. La sua non sarà solo una campagna d’ascolto (che avrà il suo culmine il 21 gennaio con un’assemblea dei segretari provinciali e regionali). Il segretario cercherà un’interlocuzione oltre che con i circoli del Pd anche con le associazioni e i corpi intermedi. Pur rispettando il ruolo del governo, il Pd presenterà delle sue proposte. Sulla previdenza, per esempio, per dare attuazione alla «fase due» promessa quando Renzi era ancora a palazzo Chigi.
E ancora: tasse, sicurezza, Meridione e giovani. Su questi ultimi, soprattutto, si incentrerà il lavoro prossimo futuro del Pd. Con lo «Student act», per permettere, a chi non ha le risorse necessarie, di andare all’Università e con proposte per evitare che i precari abbiano nel futuro pensioni inesistenti. «Meno tasse più diritti», sarà il nuovo leitmotiv.
Il tutto con grande calma, perché non può essere il Pd a dare l’impressione di essere l’unico partito che vuole affossare il governo Gentiloni.