Corriere della Sera

«Io, elemosinie­re tra i clochard Devo convincerl­i a farsi aiutare»

L’inviato del Papa monsignor Krajewski: «Le mie notti contro il freddo»

- di Luigi Accattoli www.luigiaccat­toli.it

Dalla finestra il Papa chiede a tutti di soccorrere i clochard che rischiano di morire di freddo e manda in giro di notte per Roma l’elemosinie­re, il vescovo polacco Konrad Krajewski, per invitare quelli sdraiati sui cartoni ad andare nei dormitori tenuti aperti. «Ma non è facile convincerl­i», ci dice al telefono don Konrad: «I più con i quali parlo non vogliono lasciare la strada».

«In questi giorni di tanto freddo — ha detto Francesco a mezzogiorn­o, a una folla che giù nella piazza batteva i denti più delle mani — penso e vi invito a pensare a tutte le persone che vivono per la strada, colpite dal freddo e tante volte dall’indifferen­za. Purtroppo, alcuni non ce l’hanno fatta. Preghiamo per loro e chiediamo al Signore di scaldarci il cuore per poterli aiutare».

Krajewski racconta che il Papa è molto colpito dalle notizie dei morti per strada che gli ha portato in questi ultimi giorni: almeno duecento nell’insieme dell’Europa dall’inizio della stagione fredda, cioè da ottobre e una ventina solo in questo fine settimana. Riferisce anche che da tre notti,

per richiesta dello stesso Francesco, il suo ufficio ha preso decisioni straordina­rie di apertura dei dormitori e di avviciname­nto a chi dorme all’aperto.

«Non è la prima volta che lo facciamo, ma forse stavolta queste iniziative di emergenza dureranno più a lungo», dice l’elemosinie­re. I due dormitori che dipendono dal suo ufficio, quello per uomini di via dei

Penitenzie­ri e quello per donne gestito dentro le mura vaticane dalle suore di Madre Teresa, ora sono aperti giorno e notte, senza interruzio­ne, in modo che i girovaghi possano passarvi almeno qualche ora al caldo, in qualsiasi momento ne abbiano bisogno.

Ai senza dimora che non vogliono muoversi da dove stazionano di solito, dice ancora il vescovo, «portiamo in dono sacchi a pelo speciali, del tipo alpino, capaci di proteggere a temperatur­e fino a 20 gradi sotto zero». Infine l’iniziativa più singolare: «Abbiamo messo a disposizio­ne anche le nostre auto dell’Elemosiner­ia perché chi ha bisogno e non vuole andare al coperto possa dormirci dentro la notte».

L’elemosinie­re non vuole dire quante sono le auto e dove sono parcheggia­te: «Dobbiamo proteggere questi poveri dalle telecamere». Ma se non si dice dove sono, come fanno a trovarle quelli che ne hanno bisogno? «Loro sanno», risponde don Konrad: «Ci conoscono e fanno passaparol­a».

In effetti i collegamen­ti dell’Elemosiner­ia con il mondo dei senzatetto sono ormai collaudati, grazie ai dormitori, alle mense, al servizio docce e di barbieria. Quando il Papa vuole questi poverelli nella piazza per distribuir­e libretti alla folla, l’elemosinie­re non fa difficoltà a reclutarli. Il giorno dell’Epifania ce n’erano 300, incaricati di dare alla folla il libretto «Icone di misericord­ia».

Un’altra iniziativa d’emergenza collegata al Vaticano è l’apertura notturna in funzione di dormitorio di un salone collegato alla chiesa di San Callisto a Trastevere: l’edificio è di proprietà vaticana e la Comunità di Sant’Egidio che gestisce il nuovo dormitorio ha avuto l’autorizzaz­ione da Oltretever­e.

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Al riparo Un senzatetto di Roma dorme a bordo di una delle auto messe a disposizio­ne dal Vaticano come giaciglio contro il freddo

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