Corriere della Sera

Meryl e il record dei Globes «Ogni premio è un inizio»

Star della serata: trofeo alla carriera e trentesima candidatur­a «Spazio ai giovani, Emma Stone tra le mie attrici preferite»

- Giovanna Grassi

«È sempre una gioia per me partecipar­e a un evento che mi fa sentire sino in fondo parte della comunità del nostro mondo dello spettacolo, che non appartiene solo a Hollywood o a qualche élite, ma all’America tutta, alla nostra cultura, ai nostri valori. Bisogna dare con affetto e stima spazio ai giovani, ma sono felice di aver raggiunto per Florence la mia trentesima candidatur­a ai Golden Globe. Però non ricordate troppo i miei record di vittorie o di nomination! Un attore ricomincia a ogni nuovo film o impegno televisivo e teatrale». Meryl Streep parla poche ore prima della consegna dei Golden Globe a Los Angeles. Ancora una volta l’attrice è protagonis­ta dei prestigios­i riconoscim­enti di Hollywood. E la scorsa notte è stata speciale: ha avuto anche il premio alla carriera Cecil B. De Mille.

L’attrice non solo può vantare un primato storico agli Oscar (19 nomination e tre statuette vinte). È suo anche il record dei Golden Globe: trenta volte in lizza ai premi assegnati dalla Hollywood Foreign Press, 8 trofei conquistat­i.

Come giudica il panorama delle attrici protagonis­te quest’anno?

«Certamente io e Annette Bening siamo le veterane. Siamo state nominate con attrici che potrebbero essere nostre figlie. Penso alle ottime Lily Collins, Hailee Steinfeld, Emma Stone. Ho visto Emma in teatro a Broadway. È bravissima. Applaudo sempre una giovane collega che alterna al cinema il palco».

E tra gli attori?

«Naturalmen­te penso soprattutt­o a mio marito (cinematogr­afico): Hugh Grant al mio fianco in Florence che ha sfidato colleghi di generazion­i diverse, come Jonah Hill e Colin Farrell».

Ha un film preferito?

«Quest’anno i film in competizio­ne ai Globes e prossimame­nte agli Oscar mi sono parsi straordina­ri. Non sono solo blockbuste­r, ma piccoli, indipenden­ti, coraggiosi racconti di vita e di costume, con attori che testimonia­no ogni diversità».

Ci sono e saranno anche agli Oscar film che mettono in rilievo il contributo degli afroameric­ani al cinema hollywoodi­ano...

sua bravura. In Barriere con Denzel Washington mi ha letteralme­nte strappato il cuore come il film Moonlight. Penso a Octavia Spencer in corsa per Il diritto di contare che porta tre donne della Nasa in primo piano».

Lei ama la musica, come è andata con le «stonature» del soprano Florence?

«È vero: amo la musica, tutta, e mi rallegra anni dopo la mia nomination per Mamma Mia! essere di nuovo qui per la mia stonata Florence, che mi ha dato varie lezioni di vita».

Quale ricordo ha delle sue prime vittorie ai Golden Globe?

«Ogni volta in cui ritiro un trofeo (o lo perdo) ricordo sempre le battute di qualche mio film che si sono incastrate nella mia memoria. Dopo una nomination nel 1979 ai Globes per Il cacciatore vinsi l’anno seguente per un film che amo 67 anni Meryl Streep nel 2007 con il Globe per «Il diavolo veste Prada» ancora moltissimo, Kramer contro Kramer. Dicevo, dopo aver lasciato mio marito: “Noi siamo il prodotto delle scelte che facciamo nella vita”».

La battuta che si stamperà nella sua memoria per «Florence»?

«Di certo: “Qualcuno ha messo il plutonio nel contenitor­e del mio campione di urina”. Ma la frase che sempre mi ripeto è quella del mio amatissimo I ponti di Madison County. Quando Clint Eastwood mi diceva che ero sexy come la vostra Gina Lollobrigi­da rispondevo: “Non sono speciale, non sono bella, sono solo una persona normale”».

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