Corriere della Sera

La sfida della nuova Africa alle quattro grandi del pallone

Dietro Egitto, Camerun, Ghana e Nigeria le ambizioni dei Paesi emergenti

- Carlos Passerini

Racconta Téophile, tassista di Libreville, che da giorni gli tocca «guidare sull’immondizia». I netturbini di tutto il Gabon sono in sciopero dalla vigilia di Natale per una vertenza contrattua­le sempre più complicata e i quotidiani del posto calcolano che le strade della capitale siano ormai sepolte da qualcosa come tremila tonnellate di rifiuti: le fotografie fanno una certa impression­e «ma non possono descrivere la puzza tremenda», assicura la gente del posto, ed è normale che a sei giorni dall’avvio della 31ª Coppa d’Africa — la gara inaugurale il 14 si gioca allo Stade d’Angondjé, costruito nel 2010 in parte con finanziame­nti del governo cinese — qualche legittimo timore inizi a incrinare l’entusiasmo anche dei più ottimisti.

«Faremo una figuraccia», sosteneva sconsolato un gabonais l’altro giorno a Radio France Internatio­nale. Se l’aspettavan­o diversa la loro prima volta da Paese ospitante, chissà però che a salvare la festa non sia la loro Nazionale. Fra le 16 squadre al via non è la favorita ma in molti sono convinti che darà filo da torcere a tutti, compresi i favolosi quattro: Egitto, Ghana, Camerun e Nigeria, 18 edizioni vinte su 30, con il primo in testa a quota 7 successi incluso quello del 1957, edizione inaugurale del trofeo oggi sponsorizz­ato dai petroldoll­ari della Total. L’ultima volta invece, due anni fa, in Guinea Equatorial­e davanti a tutti è arrivata la Costa d’Avorio, ai rigori sul Ghana. «Ma qualcosa nel calcio africano sta cambiando e infatti

quest’anno potrebbe vincere una piccola squadra — dice Dario Bonetti, 55 anni, ex stopper di Juve, Roma e Milan, c.t. dello Zambia fra 2010 e 2012 prima di essere licenziato per ragioni più politiche che sportive come spesso avviene laggiù —. In fondo è una tendenza globale, pensiamo al Leicester o all’Islanda dell’ultimo Europeo. Si sta alzando la qualità media, ci sono ottimi allenatori ma soprattutt­o anche i piccoli Paesi oggi hanno giocatori in grandi campionati. Tornano a casa e insegnano calcio ai compagni, con in più un orgoglio che i grandi Paesi non hanno:

quello fa la differenza».

Occhio quindi al Congo, terzo nel 2015, all’esordiente Guinea Bissau e soprattutt­o al Gabon dello juventino Mario Lemina e del magnifico Pierre Aubameyang del Borussia Dortmund, per il quale il solito Shangai Sipg è pronto a sganciare 150 milioni. Il guaio principale è in panchina dove il navigato José Antonio Camacho sta minacciand­o di piantare tutti in asso prima dell’esordio dopo essersi mandato al diavolo con i dirigenti federali per una storia, ovviamente, di quattrini. In prima fila restano però il Senegal del rampante coach 40enne Aliou Cissé e di Keita della Lazio, il Ghana dell’israeliano Avram Grant, la solita Costa d’Avorio del gioiello atalantino Kessie, l’Algeria di Mahrez del Leicester votato miglior giocatore africano del 2016, il redivivo Egitto di Hector Cuper al rientro dopo tre assenze consecutiv­e. Qui la punta di diamante è il romanista Mohamed Salah ma attesissim­o è anche il portiere El Hadary detto la Diga, che a 43 anni potrebbe diventare il più vecchio giocatore della storia del trofeo. Di lui il grande Drogba una volta ha detto: «È il miglior avversario che abbia mai affrontato».

Gli italiani sono 15 fra Ae B, mai così tanti dal 1998, la squadra più danneggiat­a il Napoli che ha perso Koulibaly (Senegal), Ghoulam (Algeria), e all’ultimo anche El Kaddouri reclutato come riservista dal Marocco. L’Udinese perderà Wague, via col Mali, mentre il Genoa lascia Gakpé al Togo. In

B è l’Avellino a doversi privare di una pedina, Camara, Guinea Bissau. Insomma: tocca a molti. Normale quindi che in Europa questa coppa la guardino male. Ma la guardano: Fox Sports ha preso i diritti e manda tutte le partite in diretta, fino ovviamente alla finale del 5 febbraio. Chi vince porta a casa 4 milioni di euro, rispetto al milione e mezzo di due anni fa è una fortuna. Ogni selezione guadagna invece mezzo milione solo partecipan­do. Un buon motivo per sopportare un po’ di puzza.

Crescita Bonetti, ex c.t. dello Zambia. «Cresce la qualità media e ci sono ottimi allenatori» Spazzatura Si parte il 14, in Gabon. Il problema: lo sciopero degli spazzini iniziato prima di Natale

 ??  ?? Allenament­o I «guerrieri» dello Zimbabwe si preparano alla Coppa d’Africa. Nel girone affrontera­nno Algeria, Tunisia e Senegal (Afp)
Allenament­o I «guerrieri» dello Zimbabwe si preparano alla Coppa d’Africa. Nel girone affrontera­nno Algeria, Tunisia e Senegal (Afp)

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