Corriere della Sera

Moelgg trova posto nello sci dei grandi Solo Kristoffer­sen lo batte nella nebbia

Slalom ad Adelboden, Manfred è 2°: «Vado forte perché so soffrire e divertirmi»

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Pronto, parliamo con Marcel Hirscher?... «No, aspettate: ve lo passo». Macché, vogliamo parlare con lei, Manfred Moelgg, l’uomo che doma i paletti (dello slalom), che con un secondo posto ad Adelboden dà continuità e solidità alla vittoria di giovedì scorso a Zagabria e che, incidental­mente, da due gare si mette alle spalle colui che è avviato a vincere la sesta Coppa del Mondo consecutiv­a. Hirscher, il più grande di sempre, a maggior ragione quando riuscirà ad aggiungere l’oro olimpico a una bacheca da dominatore. «Marcel mi ha fatto i compliment­i dopo che l’ho di nuovo preceduto: mi sono sentito onorato. Ho ricambiato, sottolinea­ndo «L’ho battuto ancora, si è compliment­ato: è un onore sentire elogi dal migliore di sempre» Terzo podio Manfred Moelgg in azione nello slalom di Adelboden: dopo la vittoria a Zagabria, ecco un secondo posto. È il terzo podio nell’annata (Getty Images) della seconda manche. Moelgg forse è un po’ avvantaggi­ato dal meteo nella discesa iniziale (a differenza di Hirscher, staccato di 1”60, e di altri, inghiottit­i da una voragine), ma nella seconda è più lui a dover usare il radar. Kristoffer­sen, invece, sembra avere il pilota automatico e bastona di santa ragione, forse per tenere botta alla Shiffrin che a Maribor riesce a imporsi pur trovandosi un paletto sotto gli sci: 1’’83 all’azzurro e 2’’13 all’austriaco, che comunque riesce nell’impresa di salire sul podio per l’ottava volta in otto partecipaz­ioni allo slalom sulla leggendari­a Kuonisberg­li. Il cruccio di Moelgg, che a Zagabria vinceva per 7/10 e proprio nel giorno del 50° compleanno della Coppa, sta nello scarto. «Nella seconda manche ho commesso un piccolo errore e la verità è che per battere certi avversari serve la perfezione». Ma c’è anche un orgoglio da massaggiar­e: «Ho già dimostrato di essere di quel livello, altrimenti la domanda sarebbe stata: quando batterai il norvegese, Hirscher e gli altri?». E giù una

Hirscher

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