Lusso e high-tech sfrenati La nuova ammiraglia LS
«Il lusso va benissimo, purché sfrenato»: ricorda la celebre battuta di Alberto Arbasino la nuova Lexus LS, l’ammiraglia del gruppo Toyota che oggi debutta negli Usa. Cioè a casa propria, visto che il marchio, lanciato nel 1989 proprio con la LS 400 (prima delle cinque generazioni), è l’acronimo di Luxury Exportation United States. Sfrenatezza nel lusso e nella potenza, dati i 415 cavalli del motore 3.5 biturbo V6 a benzina, abbinato a un cambio automatico a 10 marce.
Più lunga e più bassa della serie precedente, la nuova berlina ha un profilo molto slanciato e dinamico, fortemente caratterizzato, ma al tempo stesso propone un abitacolo più spazioso. La conciliazione di due poli in apparente antitesi, sportività e comfort: un’idea di ammiraglia tipicamente Lexus. Con ambizioni più che mai elevate, a dar retta a Toshio Asahi, ingegnere capo, che parla della LS non soltanto come «simbolo del marchio», ma anche come
«nuovo canone». Perché, spiega, «va oltre ciò che ci si aspetta da un’auto di lusso».
Innanzitutto per la spinta all’innovazione: dell’identità premium, secondo Lexus, l’hi-tech è una componente necessaria. Secondo, l’esperienza di guida coinvolgente: del resto la LS nasce su una variante a passo allungato dell’architettura a trazione posteriore GA-L, alla base della LC 500 coupé. Emozioni sotto controllo, grazie al contributo del «Vehicle Dynamics Integrated Management» (VDIM), che mantiene la stabilità anche sui fondi difficili. E a proposito di sicurezza, la LS adotta un evoluto «Pedestrian Detection», che ferma automaticamente la vettura quando rileva l’imminente collisione con un pedone sulla carreggiata. Per non parlare del lato più classico del lusso, dai rivestimenti preziosi all’impianto audio, dai display touch alla connessione con smartphone e altri device.