Corriere della Sera

Verhofstad­t fa retromarci­a dopo il no di tedeschi e francesi. La base M5S: «I vertici si scusino» Un colpo ai 5 Stelle in Europa

Rivolta nei liberali di Alde, stop all’ingresso del Movimento. Grillo: il sistema trema

- Ivo Caizzi

Stop all’ingresso del M5S nel gruppo dei liberali (Alde) all’Europarlam­ento: il leader Verhofstad­t costretto al dietrofron­t dal no di francesi e tedeschi. L’ingresso dei cinquestel­le era stato approvato in Rete dal 78% dei militanti. La reazione di Grillo: il sistema trema. La base: i vertici si scusino. Il Pd: una figuraccia.

È saltato clamorosam­ente il tentativo del M5S di entrare nel gruppo degli eurolibera­li Alde nell’Europarlam­ento: era stato approvato in Rete dal 78% degli oltre 40 mila militanti partecipan­ti alla consultazi­one lanciata dal leader Beppe Grillo. Nella riunione del Bureau direttivo dell’Alde nell’Europarlam­ento di Bruxelles, che ha valutato l’adesione dei 17 eurodeputa­ti grillini, l’opposizion­e, soprattutt­o delle componenti svedese, finlandese e francese ha evidenziat­o l’impossibil­ità di procedere. Nella prima metà della legislatur­a quinquenna­le il M5S ha partecipat­o al gruppo Efdd con l’Ukip del britannico Nigel Farage e altri partiti euroscetti­ci, destinato a dissolvers­i quando verrà attuata l’uscita del Regno Unito dall’Ue.

«Sono arrivato alla conclusion­e che non ci sono sufficient­i garanzie di portare avanti un’agenda comune per riformare l’Europa — ha dichiarato al termine della riunione del Bureau il capogruppo degli eurodeputa­ti liberali ed ex premier belga Guy Verhofstad­t, che aveva sostenuto la trattativa con Grillo —. Non c’è abbastanza terreno comune per procedere con la richiesta del M5S di unirsi all’Alde. Rimangono differenze fondamenta­li. Su questioni di interesse comune come l’ambiente, la trasparenz­a e la democrazia diretta, Alde e M5S continuera­nno a collaborar­e strettamen­te». Anche sei economisti consultati in Italia dagli eurolibera­li avrebbero suggerito il no. Verhofstad­t, con i 17 eurodeputa­ti di Grillo, avrebbe portato i liberali al terzo posto tra gli europartit­i, dopo i popolari del Ppe e i socialisti di S& D (socialisti e democratic­i). In più avrebbe potenziato la sua candidatur­a di outsider alla presidenza dell’Europarlam­ento nel voto del 17 gennaio prossimo, che vede in corsa Antonio Tajani di Forza Italia-Ppe e Gianni Pittella del Pd-S & D. Per il M5S sarebbe stato l’ingresso nell’attività politico-istituzion­ale reale a Strasburgo e Bruxelles, che è stata finora monopolizz­ata dalla maggioranz­a composta da Ppe eS & D con l’appoggio esterno dell’Alde. L’appartenen­za al gruppo euroscetti­co Efdd di fatto ha decretato la sostanzial­e ininfluenz­a degli eurodeputa­ti grillini.

Farage ha criticato Grillo per aver cercato di avvicinars­i «all’establishm­ent» dell’Ue. Il leader del M5S, che ha partecipat­o in teleconfer­enza a una riunione di Davide Casaleggio con la delegazion­e grillina nell’Europarlam­ento di Bruxelles in contempora­nea con la decisione dell’Alde, ha accusato proprio l’establishm­ent di aver fermato «l’ingresso del M5S nel terzo gruppo più grande del Parlamento Europeo». Grillo ha cercato di attenuare la sconfitta sostenendo sul suo blog che «abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima» e ha annunciato la costituzio­ne di un gruppo europarlam­entare autonomo denominato Ddm (Direct democracy movement).

Nel maggio 2014 Verhofstad­t era stato il primo ad aprire verso i neo-eletti grillini, più degli euroverdi (che anche in questa fase hanno respinto le proposte pentastell­ate). Ma, dopo l’accordo Grillo-Farage, aveva definito impossibil­e l’ingresso del Movimento 5 Stelle nell’Alde.

Abbiamo fatto tremare il sistema, faremo un gruppo autonomo Beppe Grillo Ennesima figuraccia del M5S dopo una capriola per avere più poltrone Stefano Esposito

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