Emma Stone: a 11 anni cullavo già il sogno di conquistare Hollywood
«A 11 anni volevo conquistare Hollywood In coppia con Gosling realizzo un sogno»
«La La Land è stato un’autentica gioia per me sin dal giorno in cui il regista mi ha dato il copione da leggere. Gli ho detto: “Grazie. A undici anni ho recitato nel mio primo musical sognando di arrivare a Hollywood”. Il nostro è un film per sognatori. Tanti miraggi sono diventati miei proprio a Los Angeles, la città del film che vende illusioni». Emma Stone festeggia il Golden Globe come miglior attrice nella serata dominata proprio dal film che ha conquistato 7 premi: un record nella storia dei Globes. L’attrice ventottenne, nata in Arizona, da adolescente a Los Angeles passava da un’audizione all’altra, proprio come nel film diretto da Damien Chazelle che racconta la storia d’amore tra un pianista jazz e un’aspirante attrice.
Si aspettava questo successo per un film che lei definisce moderno e retrò allo stesso tempo?
«Ci speravo. Sin dai primi giorni di riprese ho capito che c’era un’atmosfera speciale, anche grazie alla mia lunga collaborazione con Ryan Gosling».
Lei ha avuto successo a Broadway con «Cabaret». Ha sempre voluto cantare e ballare?
«Non sono una vera danzatrice e non sono una cantante. Ma ho sempre voluto recitare per esprimere me stessa. Ho una certa dose di senso dell’umorismo che mi fa criticare ciò che faccio e mi spinge a dare il meglio. Sono una persona vulnerabile, è facile ferirmi. Agli altri chiedo sincerità».
Perché «La La Land», sebbene malinconico, conquista pubblico e critica?
«Perché parla al cuore e racconta sentimenti veri, che tutti viviamo. Attimi che vogliamo afferrare e fare nostri anche nella sofferenza che a volte ci procurano».
Qual è il momento del film che preferisce?
«La passeggiata che i due protagonisti fanno al Griffith Park. Ha tanti riferimenti al grande cinema di Hollywood del passato: la faceva anche James Dean in Gioventù bruciata. Poi, alcune delle scene finali. La vita ha allontanato Mia (la protagonista) dal pianista jazz impersonato da Ryan, ma negli sguardi che si scambiano ci sono le emozioni che la vita ci dà e ci toglie»
Nella sua carriera le è capitato di essere respinta a qualche audizione come capita alla protagonista?
«Sì. Ricordo che ritornavo a casa, nel piccolo appartamento dove mia madre aveva deciso di stare con me mentre tentavo la carriera desiderata, e provavo un senso di sconforto, di paura. Però non ho mai rinunciato, non mi sono arresa e, piano piano, ho costruito il mio lavoro e me stessa passando da commedie brillanti a film più impegnati».
Ha recitato per Allen, Iñárritu, Crowe. Chi l’ha aiutata di più?
«Woody sicuramente. Il nostro La La Land deve molto anche alla lezione di Allen, che sempre ci insegna qualcosa Leggerezza Woody Allen mi ha insegnato la leggerezza e la profondità: è uno dei miei maestri
con leggerezza e profondità».
Come si sta preparando ai prossimi Oscar?
«Davvero non ci penso, ora vorrei soltanto che il pubblico scoprisse il nostro film».
Ha sempre difeso la sua vita privata, si parla di alti e bassi con Andrew Garfield, conosciuto sul set di «SpiderMan»…
«Parlare del privato genera problemi alle relazioni personali. Il nostro non è un mestiere facile... ti assorbe e a volte ti fa dimenticare la realtà».
I prossimi impegni?
«Ho già terminato Battle of the Sexes, la storia vera della campionessa di tennis Billie Jean King. Mi attendono poi serie tv e un nuovo film con Ryan Gosling. Continuerò a lavorare, a dividermi tra Los Angeles e New York. La protagonista di La La Land resterà con me e, come lei, mi dirò: continua a sognare. A credere in ciò che vuoi e a lavorare con passione».