«Hanno fatto marcia indietro anche perché ci temono Il voto? Una leggerezza»
«L’Alde? Ci vede come una forza euroscettica ma non ci conosce bene per la verità». Dalle parole dell’eurodeputato cinquestelle Piernicola Pedicini traspare tutta la delusione per il mancato accordo.
Lei cosa ha votato?
«Io, premettendo che non esiste un gruppo perfetto, ho votato per Alde. Condividevamo con loro circa il 60% delle votazioni e sono gli unici che ci hanno aperto la porta salvo poi chiuderla così in malo modo. Con Efdd questa convergenza sui temi era blanda».
Poi cosa è successo?
«Non sappiamo i dettagli di questa marcia indietro, forse si tratta di mal di pancia interni di alcune delegazioni per la nostra eventuale presenza. Di sicuro, è stato poco elegante».
Il blog ha incolpato l’«establishment».
«Io credo di più nei mal di pancia interni al loro gruppo. Comunque è vero che il nostro modello e i nostri risultati elettorali sono visti come un effetto che potrebbe dilagare in altri Paesi».
Come avete appreso la notizia?
«È giunta di sorpresa, in modo rocambolesco, inaspettato. Grillo e Casaleggio non credo l’abbiano presa bene».
Qualcuno tra voi ha lamentato un errore politico nel sottoporre alla Rete un patto non blindato ma ancora in via di definizione.
«Probabilmente c’è stata una leggerezza, si poteva fare meglio».
Ora cosa accadrà?
«Noi siamo ancora nel gruppo Efdd: è chiaro però che non ci sono più le condizioni per stare insieme. Certo, finire tra i non iscritti porterebbe ad affrontare situazioni difficili».
Si riferisce al taglio dei fondi e al probabile taglio del personale?
«I sacrifici economici non sono un problema, siamo abituati come forza politica a restituire i soldi e a fare al meglio con le risorse che abbiamo. Le rinunce al personale, quelle sì sono un sacrificio doloroso. Ma è prematuro parlare».
E cosa farete? Quando vi vedrete?
«Abbiamo già in programma una riunione per domani (oggi, ndr) alle 10».
Ma se finirete tra i non iscritti...
«Inizieremo a pensare a un nostro gruppo, non più a una scelta tecnica ma a una politica, con partiti che condividano il nostro programma».
Alla riunione con i vertici si è sentito qualche malumore...
«Il gruppo è fatto da persone che hanno opinioni diverse, si discute. Qualcuno ha criticato le modalità in cui è stato annunciato il voto, ma...».
Dica.
«Tutti sapevano da quattro mesi. La tempistica per decidere i modi della votazione spettava a Grillo: abbiamo firmato all’atto della candidatura un codice molto chiaro in proposito».
Il codice Tutti tra noi sapevano da mesi delle trattative, ma i modi della votazione spettava a Grillo deciderli