Mossa di Raggi sulle nomine Via dall’incarico anche il fratello di Marra
Anche se i favori ricevuti dal costruttore Sergio Scarpellini risalgono al 2013, il rischio d’inquinamento delle prove è perfettamente attuale: Raffaele Marra resta in carcere. Gli arresti domiciliari — sui quali la pm Barbara Zuin aveva dato parere negativo — non rappresentano un’alternativa percorribile. La decisione del Tribunale del riesame nei confronti dell’ex braccio destro di Virginia Raggi, arriva proprio nel giorno in cui la sindaca rimuove il fratello, Renato, dalla direzione Turismo. Una mossa che evidentemente mira ad alleggerire la propria posizione anche rispetto all’indagine per abuso d’ufficio aperta dalla Procura di Roma proprio sulle nomine. Da Regina Coeli Raffaele Marra chiede: «Processatemi subito». Un modo per ribadire l’estraneità ai fatti che gli vengono contestati ma soprattutto un messaggio rivolto all’esterno e probabilmente a chi un tempo lo aveva sostenuto, forse proprio ai «quattro amici al bar» della famosa chat, la sindaca di Roma e i fedelissimi Salvatore Romeo e Daniele Frongia. Marra, difeso dall’avvocato Francesco Scacchi, è accusato di aver messo in vendita la propria funzione e di essersi reso disponibile, dall’interno del Campidoglio, ad aiutare il costruttore nei suoi molti affari. Interessi differenti con uno stesso denominatore: la necessità d’interloquire con la Pubblica amministrazione, vuoi per una convenzione, vuoi per un progetto di lottizzazione. L’inchiesta era nata da verifiche su Manlio Vitale, detto «er Gnappa», un vecchio affiliato alla banda della Magliana che avrebbe ricattato Scarpellini e che dunque veniva intercettato dai carabinieri. Nelle conversazioni intercettate sono emersi favori fatti da Scarpellini a Marra: 367 mila euro per acquistare un suo immobile a prezzi scontati. Vicenda fotocopia di un’altra risalente al 2009 con l’acquisto di un altro appartamento. In cambio il dirigente si sarebbe messo al suo servizio.