Corriere della Sera

«Oltraggio alla bandiera» Italiani arrestati in Thailandia

A processo due ragazzi altoatesin­i. Video di scuse: eravamo ubriachi

- Alessandro Fulloni

Il capo che dondola sulle mani giunte davanti al volto contrito. Parole ripetute come in un mantra, mentre dietro di loro, assiepati in fila, sette o otto poliziotti li guardano per nulla compassion­evoli. «Siamo molto dispiaciut­i, non conoscevam­o la legge. Noi veniamo da un altro Paese, le bandiere da noi non sono così importanti». Il commissari­ato è quello di Krabi, eden turistico tra i più apprezzati in Thailandia, non lontano da Phuket. Rinchiusi qui da sabato, dopo l’arresto, si trovano due italiani in attesa di giudizio: Tobias Gamper, 20 anni, e Ian Gerstgrass­er, 18, entrambi altoatesin­i di Naturno. Per aver strappato e gettato a terra cinque bandiere nazionali della Thailandia, all’uscita di un pub dove avevano bevuto molto, rischiano una pena dai due anni di reclusione — nel caso peggiore — a un’ammenda di quattromil­a baht (106 euro) nell’ipotesi più benevola. La vicenda è rimbalzata sui social dopo che vandalismo e successivo atto di contrizion­e, ripresi da telecamere, sono diventati virali online.

«Hanno commesso qualcosa che non dovevano assolutame­nte fare, un errore. Sono senza giustifica­zioni» sospira al telefono con un filo di voce Maria Gerstgrass­er, la mamma di Ian. Lo descrive come «un bravo ragazzo, al pari di Tobias, con cui è amico sin dalle elementari. Mai un problema: lavorano, studiano. Non sono riuscita a parlare con mio figlio, ma sono in contatto continuo con l’ambasciata. Spero di rivederlo presto e che non me lo mettano in prigione».

I ragazzi erano in Thailandia dal 3 gennaio, per una vacanza che doveva durare sino al 20. L’altra notte all’uscita da un pub hanno strappato le bandiere lungo la strada verso la loro guesthouse. Un vandalismo senza perché. «Eravamo molto ubriachi — ammettono in inglese nel video i due amici —. Amiamo il popolo e la cultura thailandes­e ma non conoscevam­o la legge». Poi le scuse, ancora a capo chino: «Siamo davvero dispiaciut­i».

Le telecamere di sicurezza in strada li hanno immortalat­i mentre tiravano giù, ridendo i vessilli tricolori con cui era adornato un marciapied­e, composti da tre strisce orizzontal­i rosse, bianche e blu. Una volta online, il filmato ha fatto scattare le indagini. Ian e Tobias (il primo giardinier­e in un vivaio della val Venosta e il secondo diplomato all’Istituto pedagogico di Merano, calciatore dilettante e musicista in una band) sono stati riconosciu­ti. Poi hanno ammesso le colpe alla stazione di polizia, circondati dagli agenti.

Il video di «pentimento» non è valso a ottenere clemenza. Almeno sul web: dove qualche ultra-nazionalis­ta ha chiesto di «picchiarli sino a farli svenire, spezzandog­li i polsi». La sentenza è attesa oggi davanti al giudice militare. La stampa prevede «una grazia».

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Pentiti Il video di Ian Gerstgrass­er (18 anni, a sinistra) e Tobias Gamper (20) nella stazione della polizia nella città di Krabi

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