«Oltraggio alla bandiera» Italiani arrestati in Thailandia
A processo due ragazzi altoatesini. Video di scuse: eravamo ubriachi
Il capo che dondola sulle mani giunte davanti al volto contrito. Parole ripetute come in un mantra, mentre dietro di loro, assiepati in fila, sette o otto poliziotti li guardano per nulla compassionevoli. «Siamo molto dispiaciuti, non conoscevamo la legge. Noi veniamo da un altro Paese, le bandiere da noi non sono così importanti». Il commissariato è quello di Krabi, eden turistico tra i più apprezzati in Thailandia, non lontano da Phuket. Rinchiusi qui da sabato, dopo l’arresto, si trovano due italiani in attesa di giudizio: Tobias Gamper, 20 anni, e Ian Gerstgrasser, 18, entrambi altoatesini di Naturno. Per aver strappato e gettato a terra cinque bandiere nazionali della Thailandia, all’uscita di un pub dove avevano bevuto molto, rischiano una pena dai due anni di reclusione — nel caso peggiore — a un’ammenda di quattromila baht (106 euro) nell’ipotesi più benevola. La vicenda è rimbalzata sui social dopo che vandalismo e successivo atto di contrizione, ripresi da telecamere, sono diventati virali online.
«Hanno commesso qualcosa che non dovevano assolutamente fare, un errore. Sono senza giustificazioni» sospira al telefono con un filo di voce Maria Gerstgrasser, la mamma di Ian. Lo descrive come «un bravo ragazzo, al pari di Tobias, con cui è amico sin dalle elementari. Mai un problema: lavorano, studiano. Non sono riuscita a parlare con mio figlio, ma sono in contatto continuo con l’ambasciata. Spero di rivederlo presto e che non me lo mettano in prigione».
I ragazzi erano in Thailandia dal 3 gennaio, per una vacanza che doveva durare sino al 20. L’altra notte all’uscita da un pub hanno strappato le bandiere lungo la strada verso la loro guesthouse. Un vandalismo senza perché. «Eravamo molto ubriachi — ammettono in inglese nel video i due amici —. Amiamo il popolo e la cultura thailandese ma non conoscevamo la legge». Poi le scuse, ancora a capo chino: «Siamo davvero dispiaciuti».
Le telecamere di sicurezza in strada li hanno immortalati mentre tiravano giù, ridendo i vessilli tricolori con cui era adornato un marciapiede, composti da tre strisce orizzontali rosse, bianche e blu. Una volta online, il filmato ha fatto scattare le indagini. Ian e Tobias (il primo giardiniere in un vivaio della val Venosta e il secondo diplomato all’Istituto pedagogico di Merano, calciatore dilettante e musicista in una band) sono stati riconosciuti. Poi hanno ammesso le colpe alla stazione di polizia, circondati dagli agenti.
Il video di «pentimento» non è valso a ottenere clemenza. Almeno sul web: dove qualche ultra-nazionalista ha chiesto di «picchiarli sino a farli svenire, spezzandogli i polsi». La sentenza è attesa oggi davanti al giudice militare. La stampa prevede «una grazia».