Corriere della Sera

Il Paese fiero di simboli e Re

- Di Paolo Salom

Per scusarsi, i due giovani altoatesin­i hanno affermato che «da noi la bandiera non è importante». Ma quale? Il reato di «vilipendio alla bandiera» esiste anche nel codice italiano e prevede una pena massima pari a quella thailandes­e: 2 anni di reclusione. Quello che forse ignoravano i ragazzi è quanto siano riveriti, in Thailandia, i simboli di un Paese orgoglioso della propria storia, un Paese che non ha mai conosciuto l’«onta» del colonialis­mo. La bandiera, certo. Ma anche, e soprattutt­o, la Casa reale. Per fortuna loro, in quel vicolo c’erano solo i vessilli nazionali e nessuna effigie dell’appena scomparso re Bhumibol o del nuovo sovrano, Vajiralong­korn. Se avessero strappato un ritratto reale difficilme­nte le scuse sarebbero bastate: il codice prevede fino a 15 anni di prigione per ogni capo d’accusa. E viene applicato con la massima severità.

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La bandiera della Thailandia

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