Corriere della Sera

Ai premi Fifa trionfano Ranieri e Cr7

- Daniele Sparisci

dei nostri impianti è in assoluto il più basso: negli ultimi cinque anni siamo al 50% contro una media dell’80% di inglesi, tedeschi e francesi. Gli spalti deserti non solo non sono un bello spot per il Made in Italy ma rendono difficilme­nte vendibile il «prodotto» nel mondo. I problemi sono i soliti e non si risolvono in un amen: stadi vecchi e troppo grandi, ma non è solo una questione di infrastrut­ture. È anche colpa del calendario e degli orari scomodi in mezzo alla settimana. La Copa del Rey — diversa dalle altre con la doppia sfida già dalle fasi iniziali, che però finisce per privilegia­re Real e Barcellona — ha colmato il vuoto lasciato dalla Liga durante le feste.

Il rapporto poi analizza anche il lato sportivo: la Coppa Italia è la più scontata, nonostante la sorpresa dell’Alessandri­a l’anno scorso. Se la giocano sempre gli stessi, le squadre che in A occupano le prime cinque posizioni. Oltremanic­a, invece, le finaliste spesso provengono dai bassifondi della Premier (il piazzament­o medio è il 12° posto). C’è spazio pure per favole come quella dello Wigan che nel 2013 alzò la Fa Cup battendo il Manchester City di Roberto Mancini per poi retroceder­e. In Francia un’impresa simile l’ha realizzata il Guingamp, e per ben due volte (2009 e 2014). Al di là delle differenze tecniche in campo, la nostra formula della gara secca nella città del club più forte — solo le semifinali sono su andata e ritorno — sembra funzionare poco. «Un modo per combattere la prevedibil­ità potrebbe essere dare vantaggi “artificial­i” ai più deboli — spiega Andrea Sartori, capo della divisione sport di Kpmg —, come farli giocare in casa loro». Ma in tempi di Mondiali a 48 squadre, di progetti di Superlega c’è ancora spazio per le coppe locali? «Il calendario può sembrare molto affollato, ma sono ancora competizio­ni importanti­ssime». Sottozero Anche il meteo sembra avercela con la Coppa Italia, ma giocando alle 21 in gennaio era prevedibil­e (Bozzani)

Se l’incoronazi­one griffata Fifa di Cristiano Ronaldo ieri a Zurigo come miglior calciatore del 2016 era scontata e ineccepibi­le, quella di Claudio Ranieri è stata solo ineccepibi­le: la battaglia a colpi di voti fra il manager del miracolo Leicester con i colleghi Zidane del Real Madrid (2°) e Fernando Santos del Portogallo è stata più combattuta rispetto a quella in realtà mai iniziata fra Cr7, Leo Messi e Griezmann, che ha chiuso 3°. «Sono pazzo di felicità, in Inghilterr­a è stato incredibil­e», ha commentato il tecnico italiano, premiato da Diego Maradona (foto). Il premio femminile è andato invece alla tedesca Silvia Neid, c.t. della Germania oro alle Olimpiadi. Il Nacional di Medellin ha vinto invece il premio Fair Play, miglior giocatrice l’americana Carli Lloyd. Non sono mancate le polemiche: il Barcellona non ha mandato i suoi giocatori ufficialme­nte per preparare la partita di domani col Bilbao. Oggi intanto prendono il via i lavori del Consiglio che potrebbero portare all’allargamen­to della Coppa del mondo da 32 a 48 (o 40 squadre) dal 2026.

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