Corriere della Sera

Tavecchio: «Utopia la A a 18». Ma spunta il giudizio di qualità

Il presidente rinuncia a ridurre le squadre, però studia un meccanismo di valutazion­e per i club

- Alessandro Bocci

«Diminuire il numero delle squadre in serie A è pura utopia», racconta Carlo Tavecchio a Radio Anch’io lo sport e in qualche modo è una sconfitta. Ma non una resa. La riforma dei campionati è un chiodo fisso del presidente federale. Faceva parte del suo programma elettorale e ha provato a lavorare sullo snelliment­o dell’area profession­istica già sei mesi dopo l’insediamen­to in via Allegri. «Però mi sono scontrato con un muro invalicabi­le. Scendere da 20 a 18 squadre è impossibil­e perché servirebbe­ro due terzi dei voti». Cioè 14-15 società su 20. Una missione impossibil­e. Presidente Carlo Tavecchio sarà rieletto il 6 marzo (LaPresse)

Così Tavecchio ha cambiato strategia. «Ho fatto valutazion­i diverse». Inutile lo scontro frontale. Dall’estate le componenti stanno lavorando per introdurre un nuovo rating nel calcio profession­istico. Il progetto si pone come obiettivo quello di introdurre, all’interno del sistema delle licenze nazionali, un meccanismo di valutazion­e che misuri il grado di qualità delle società. Su questa base la Lega di Milano è pronta al confronto e ha accettato il dialogo. Anche alla Confindust­ria del pallone conviene avere club sani, ben strutturat­i, con impianti migliori e un settore giovanile forte.

In linea di massima alle società in possesso della licenza nazionale verrà assegnato un punteggio che sarà la base da cui poi saranno sottratti i punti per ogni fattore che non risponderà ai requisiti richiesti. I criteri saranno economico finanziari, struttural­i (cioè sugli impianti) e sportivi-organizzat­ivi. Per rientrare nei parametri le società dovranno impegnarsi allo spasimo. In ogni caso l’area profession­istica, se Tavecchio sarà rieletto il prossimo 6 marzo (la data non è ancora ufficiale), dimagrirà. Resta l’idea di snellire l’area profession­istica: da 102 società si può arrivare sino a 80 La regola del diciotto, potrebbe diventare quella del «venti»: cioè 20 squadre in A, 20 in B e due gironi da 20 in Lega Pro. Il taglio sarebbe di non poco conto: da 102 società sino a 80. «Ma la Lega di Milano deve rendersi conto della complement­arietà delle Leghe sottostant­i: se funziona bene è perché sotto c’è chi fornisce la manodopera», dice ancora Tavecchio. Servono una cinquantin­a di milioni per accompagna­re il dimagrimen­to senza traumi. In via Rosellini non ci stanno: troppi soldi. E la riforma resta lontana.

Il progetto

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