Il treno della strage passa con le sbarre alzate
La denuncia dei parenti delle vittime L’azienda: «Sicurezza mai a rischio»
La fotografia è piuttosto nitida, scattata da una signora in coda al passaggio a livello. Dettaglio numero uno: le sbarre sono alzate e non dovrebbero esserlo perché sta passando il treno. Dettaglio numero due: il semaforo è spento e invece dovrebbe essere acceso, rosso.
«Vedere quella foto e quella situazione di rischio mi ha scioccata» dice Daniela Castellano, «ho pensato a mio padre, alle lamiere dello stesso treno giallo accartocciate sul binario e alla disperazione di quella mattina. Mi sono detta: possibile che dopo un disastro così grave siamo ancora a questo punto con la sicurezza? E poi proprio sulla stessa linea della strage... è incredibile».
Suo padre si chiamava Enrico, aveva 74 anni ed è morto nell’incidente ferroviario del 12 luglio scorso lungo la tratta fra Andria e Corato. Il binario era unico, fu uno schianto frontale fra due treni pochi chilometri più avanti di Santo Spirito, frazione costiera di Bitonto dove, due giorni fa, è stata scattata la fotografia che vedete in questa pagina.
Quel giorno di luglio morirono 23 persone, 50 rimasero ferite e da allora il tratto dell’incidente
Lo schianto Lo scorso 12 luglio morirono in 23 nello scontro sui binari del tratto Andria-Corato
è sotto sequestro quindi i treni arrivano fino alla stazione che ha il doppio binario (Ruvo di Puglia) e poi tornano indietro verso Bari. «Tutto in situazione di perfetta sicurezza», giurano dalla società Ferrotramviaria che gestisce le linee del Nord Barese, a dispetto della fotografia che l’automobilista in coda ha pubblicato su Facebook e che, a dire il vero, non trasmette per niente il senso della sicurezza.
Astip, l’Associazione strage treni in Puglia della quale fa parte anche Daniela Castellano, ha rilanciato sul suo sito la fotografia con un commento amaro: «Anno nuovo vecchie abitudini. Semaforo spento, passaggio a livello aperto. Ferrotramviaria garanzia di incidenti ancora oggi. A distanza di quasi sei mesi dalla strage, nulla è cambiato! La Regione Puglia ha intenzione di prendere provvedimenti?».
«Quello che chiediamo è che i treni che prendiamo tutti i giorni siano sicuri. È troppo?», domanda Daniela. «Vorstrage: remmo più controlli su questa società, la messa in sicurezza della linea intera, insomma: cose che dovrebbero essere normali. Vorrei che i vertici di Ferrotramviaria pensassero per un momento a ciò che provano i familiari delle vittime davanti a un’immagine come questa del treno che passa a sbarre alzate. Parliamo proprio di uno dei due treni della avete idea del colpo emotivo che provoca una foto così per chi ha perso una persona cara? È automatico che il pensiero vada ai propri cari come per me è andato a mio padre. Quella mattina — racconta ancora Daniela — io lo aspettavo a Bari, mia sorella era andata a prenderlo in stazione. Se ci penso... quel maledetto treno l’aveva preso all’ultimo istante facendo una gran corsa».
La Ferrotramviaria non nega, ovviamente, che «con il treno in transito le sbarre non dovrebbero essere alzate» e che «il semaforo dovrebbe essere rosso, è vero», parla di «avaria temporanea», di una «circostanza che si può verificare», complici forse la neve e il gelo, e spiega che quella scatola bianca installata su un palo (a destra nella foto) è un lettore ottico, in grado di trasmettere in anticipo al macchinista un’informazione fondamentale, e cioè se c’è un ingombro sui binari. «In quel caso — spiega una nota diffusa ieri sera — il passaggio a livello è dotato di un dispositivo che blocca la marcia del treno». Secondo la società, quindi, la sicurezza non è mai stata a rischio e il passaggio del treno è avvenuto una volta «accertate le condizioni di piena transitabilità», secondo un protocollo che, con le sbarre alzate, prevede «la marcia “a vista”, con velocità inferiore ai 4 chilometri orari».