Corriere della Sera

Montepasch­i, ecco i debitori

A fine mese in Senato il ddl per la costituzio­ne. Padoan vede Morelli: piano presto in Bce

- di Mario Gerevini

Caso Montepasch­i, è in arrivo la commission­e d’inchiesta. Intanto emergono i primi nomi dei grandi debitori insolventi. Tra gli altri, costruttor­i come Giuseppe Statuto e Massimo Mezzaroma.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è pronto a firmare il decreto che concede la garanzia dello Stato alle nuove emissioni del Monte dei Paschi di Siena tese a ricostitui­re la liquidità, che si è decisament­e ridotta, fino a scendere a circa 7 miliardi di euro a fine anno, nelle more dell’aumento di capitale sul mercato, poi fallito. Il provvedime­nto potrebbe arrivare già entro la settimana, mentre giovedì 19 gennaio si riunirà il consiglio di amministra­zione della banca senese per dare il via alla prima emissione obbligazio­naria. Se i tempi delineati ieri a Roma nel corso dell’incontro tra il ministro e i vertici dell’istituto saranno rispettati, il Monte dei Paschi potrebbe tornare sul mercato, dal quale è assente da lunghissim­o tempo, offrendo nuovi bond ordinari, con il rating della Repubblica italiana, per un importo compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro.

Sarà il primo tassello del piano di rilancio dell’istituto, che punta a recuperare entro il 2017 almeno 15 miliardi di euro di liquidità. Il passo decisivo, però, sarà il nuovo piano industrial­e da presentare alla Bce e alla Commission­e Europea, a fronte della ricapitali­zzazione preventiva da parte dello Stato, che immetterà nel Monte dei Paschi 6,6 miliardi degli 8,8 ritenuti necessari dall’Autorità di vigilanza europea. Il piano dovrebbe essere pronto «nel giro di poche settimane» hanno fatto sapere la banca e il ministero dell’Economia, mentre per la sua valutazion­e ed approvazio­ne da parte della Bce, per i profili di tenuta patrimonia­le, e della Commission­e Ue, per la valutazion­e dell’impatto degli aiuti di Stato, occorrerà forse qualche mese.

Non si partirà comunque da zero, perché la base del piano industrial­e resta quella delineata per l’aumento di capitale non accolto dal mercato. Che tuttavia dovrà essere accelerato e rafforzato negli obiettivi. Il vecchio progetto, basato sulla pulizia del portafogli­o dei crediti deteriorat­i, e che prevedeva una riduzione del personale e degli sportelli della banca, aveva un orizzonte triennale, mentre quello basato sulla ricapitali­zzazione pubblica dovrà essere realizzato al massimo in un paio d’anni, l’arco di tempo nel quale lo Stato, secondo le regole Ue, potrà mantenere la sua partecipaz­ione di maggioranz­a nella banca senese.

In Parlamento, nel frattempo, avanza a passo veloce la commission­e bicamerale d’inchiesta sulle banche e la crisi che ha travolto Monte Paschi e i quattro istituti finiti in risoluzion­e a novembre 2015, e che potrebbe partire a fine mese. Alla Camera il Pd e quasi tutti gli altri partiti hanno presentato mozioni in questo senso, approvate con un voto quasi unanime ed appoggiato dall’esecutivo. Così, in Senato, verso il 25 gennaio si tireranno le conclusion­i dell’indagine conoscitiv­a già avviata da tempo sul sistema bancario e, subito dopo, partirà l’esame del disegno di legge per istituire la commission­e di inchiesta, dotata dei poteri dell’autorità giudiziari­a. I tempi potrebbero accelerare se dovesse passare la proposta M5S di procedere d’urgenza, sostenuta anche da Enrico Zanetti, di Scelta Civica.

In settimana, intanto, parte al Senato l’esame del decreto che consentirà l’ingresso dello Stato nel Monte Paschi. Padoan sarà sentito giovedì, e si prevedono audizioni anche dei vertici Mps , della Commission­e Ue e dell’Abi, che potrebbe formalizza­re la richiesta fatta a titolo personale dal presidente, Antonio Patuelli, di rendere noti i debitori insolventi delle banche in crisi.

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