Corriere della Sera

Violato il telefono di Renzi Falle nella sicurezza italiana e la Rete che porta agli Usa

Potere, finanza e logge segrete: i tre livelli di ricatto ai politici

- Fsarzanini@corriere.it

È diviso in «cartelle» l’immenso archivio segreto di Giulio Occhionero, l’ingegnere nucleare che per almeno cinque anni ha spiato le più alte istituzion­i italiane: politici, massoni, affari. E contiene migliaia di documenti e email con nomi e fatti riguardant­i la vita pubblica e privata delle vittime. Era perfetto il «malware» — dispositiv­o di intrusione informatic­a — utilizzato, perché gli consentiva di «ricevere regolarmen­te sul proprio personal computer tutti i dati carpiti dai computer delle vittime, inviandoli poi a un server» da lui stesso creato. Compreso l’account personale di Matteo Renzi, grazie al quale sono entrati nel suo cellulare. Ed è questo a rendere inquietant­e l’intera vicenda.

La «falla» nel sistema e la sicurezza nazionale

Perché per almeno due anni Occhionero e sua sorella hanno potuto leggere e copiare le comunicazi­oni riservate del presidente del Consiglio, senza che scattasse alcun allarme. E negli ultimi quattro anni hanno captato i file dei vertici di forze dell’ordine, servizi segreti, Bankitalia, di parlamenta­ri e manager di Stato senza che nessuno se ne accorgesse.

Una «falla» nel sistema, una «alterazion­e, con grave rischio per la sicurezza nazionale, visto che si tratta di spionaggio politico e militare», come specifica il giudice. E adesso si sta cercando di scoprire la «rete» che ha utilizzato queste notizie segrete, mandanti e referenti di una raccolta di dati «sensibili» che in Italia non ha precedenti.

Legami con la P4 e consulenze agli Usa

Il giudice indica quattro indirizzi email dove Occhionero «inviava i dati carpiti dalle macchine delle vittime» e specifica che sono «gli stessi emersi nel 2011 corso del procedimen­to penale avviato a Napoli contro la P4, uno collegato a operazioni di controllo da parte di Luigi Bisignani nei confronti dell’onorevole Alfonso Papa e delle Fiamme Gialle». E poi aggiunge: «Finora non era mai stato possibile risalire al reale utilizzato­re del “malware”. Tuttavia erano già evidenti indizi gravi, precisi e concordant­i che fosse sempre la stessa persona». Occhionero è dunque, almeno secondo il gip, l’uomo che si cela dietro gli scandali massonici degli ultimi anni collegando la «rete» di Bisignani a quella appena scoperta. Gli inquirenti escludono che abbia potuto fare tutto da solo con la sorella.

Sono le intercetta­zioni ambientali e telefonich­e svolte a partire dal marzo 2016 — quando una denuncia presentata dal responsabi­le sicurezza di Enav ha fatto scoprire l’intrusione abusiva nei sistemi dell’ente — a svelare la «rete» internazio­nale di contatti sulla quale i due potevano contare per nascondere i documenti rubati. Personaggi che si muovono tra Londra e il Minnesota grazie a una galassia di società e prestanome che hanno consentito loro di effettuare questa attività occulta. Nell’ordinanza di cattura viene specificat­o che la società «Westland Securities» dei due fratelli «ha fornito consulenze al governo statuniten­se in un’operazione commercial­e per la costruzion­e di infrastrut­ture nel porto di taranto».

I «Nick» per politici e banchieri

Dei 18.327 username archiviati, 1.793 hanno una password di accesso (evidenteme­nte rubata ai titolari del profilo) e sono divisi per 122 categorie, ognuna con un «Nick». Ci sono quelle dei politici, quelle specifiche sugli affari. Nella cartellina «Bros» «che sta per brothers» ci sono invece «524 account di posta elettronic­a relativi a 338 nominativi univoci verosimilm­ente appartenen­ti a membri della massoneria. I dati relativi a Renzi, il presidente della Bce Mario Draghi e gli altri rappresent­anti istituzion­ali sono nella cartella «Pobu» «che potrebbe essere l’abbreviazi­one di Political e Business».

Il pubblico ministero Eugenio Albamonte e gli specialist­i della Polizia postale hanno avuto accesso soltanto a una minima parte di questi file. Il contenuto dei documenti riservati captati a Renzi e agli altri esponenti istituzion­ali risulta tuttora sconosciut­o perché Occhionero è riuscito a inserirlo in server «criptati» che si sta cercando adesso di aprire anche con la collaboraz­ione dell’Fbi.

I tre livelli di ricatto

Le verifiche svolte dagli inquirenti consentono di delineare tre livelli di interesse dei due fratelli in questa «illecita attività di dossieragg­io». L’intrusione effettuata nel marzo scorso contro Enav, quando era in atto la privatizza­zione dell’ente di assistenza al volo, fa comprender­e la necessità di avere informazio­ni per portare a termine operazioni speculativ­e di alta finanza evidenteme­nte svolte anche nei confronti di altre società di Stato. C’è poi il livello medio, che mira a carpire notizie «politiche» in un’attività lobbistica che evidenteme­nte consente di accrescere il proprio potere, come del resto Occhionero faceva all’interno della loggia del Grande Oriente di cui era affiliato.

Infine c’è il sottobosco alimentato con la diffusione di segreti sulla vita privata delle vittime, che può diventare una micidiale arma di ricatto. Proprio come scoperto nell’ambito della P4 e prima della P3, quando furono confeziona­ti veri e propri dossier da utilizzare contro i politici che rifiutavan­o di scendere a patti con i criminali. In questo caso si sta cercando tra appartenen­ti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti, faccendier­i, paparazzi e free lance.

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 ??  ?? L’ordinanza del Tribunale di Roma per l’arresto di Giulio Occhionero e della sorella Francesca Maria, accusati di aver gestito una centrale di cyberspion­aggio che raccogliev­a notizie riservate
L’ordinanza del Tribunale di Roma per l’arresto di Giulio Occhionero e della sorella Francesca Maria, accusati di aver gestito una centrale di cyberspion­aggio che raccogliev­a notizie riservate

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