Corriere della Sera

Gli studenti disertano le lezioni nell’Italia che non riscalda le scuole

I dirigenti: noi non possiamo toccare le caldaie, dipende tutto dalle ditte appaltatri­ci

- Cvoltattor­ni@corriere.it

«Situazione inaccettab­ile». Perché va bene che durante l’educazione fisica si corre e ci si riscalda, «ma la palestra era ghiacciata e noi con i pantalonci­ni corti non abbiamo resistito». È stato troppo. Al secondo giorno di termosifon­i gelidi, gli oltre mille studenti dell’Itis Galilei di Roma si sono fermati: «Sciopero bianco — racconta Alvaro — contro la scuola ancora senza riscaldame­nto». Niente da fare. Se i termosifon­i si accendono tardi o sono rotti, gli studenti d’Italia restano al gelo.

È successo ancora ieri in diversi istituti superiori della Capitale, ma anche a Pavia, Imperia, Pistoia, Firenze, Agropoli (Salerno), Palermo. In molti casi i presidi hanno dovuto rimandare di nuovo gli studenti a casa. In altri ci si è organizzat­i con stufette portate da casa e look da alta montagna, come al liceo Anco Marzio di Ostia, dove oggi però, dice la preside Annamaria Ricciardi, «tornerà il caldo». Al liceo Gatto di Agropoli la temperatur­a in aula era di 7 gradi. Peggio va allo scientific­o Taramelli di Pavia dove la caldaia è rotta da prima di Natale: nonostante le tante richieste di intervento da parte del preside Dario Codegoni.

Questo è il punto. I presidi le caldaie non possono toccarle, né decidere quando e se accenderle. Nelle scuole superiori d’Italia sono le ex Provinchia­mare Polemiche I ragazzi del «Gassman» di Roma tornati a casa perché senza riscaldame­nto e la protesta al Peano ce ad occuparsen­e. I dirigenti scolastici comunicano alle ditte appaltatri­ci gli orari della scuola. Ma chi decide è sempre l’ente pubblico. E così ecco che i termosifon­i si spengono alle 12 anche se gli studenti sono in aula fino alle 15, o restano accesi anche se fuori fa caldo. Poi ci sono i guasti. E lì cominciano i guai. «Dobbiamo un numero verde — racconta Ezia Palmieri preside del liceo Volterra di Ciampino (Roma) — e mandare una mail certificat­a». Però poi servono decine di telefonate di rinforzo per sollecitar­e un intervento immediato. Due giorni fa la preside del Giulio Cesare di Roma ha chiamato il suo idraulico di fiducia pur di avere una riparazion­e. «Ci danno la responsabi­lità — dice Palmieri — ma poi non ci mettono in condizione di agire». A Roma, per il freddo, la Città Metropolit­ana ha anticipato alle 4 del mattino l’accensione dei termosifon­i. A Firenze, impianti accesi 24 ore su 24. In questo caos di scuole al gelo, pur non avendone diretta La reazione Gli alunni della IV A del liceo Anco Marzio di Ostia in aula con stufetta e vestiti da montagna competenza, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha chiesto una ricognizio­ne a tutti gli uffici scolastici regionali. A Roma, il Codacons ha denunciato in Procura l’«interruzio­ne di pubblico servizio» e Codici promette una class action contro il Campidogli­o.

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