«Il figlio tolto alla madre? Non perché è effemminato Sta male»
Ha causato polemiche la decisione del Tribunale dei minori di Venezia di allontanare un 13enne padovano dalla madre. Secondo il legale della donna, Francesco Miraglia, tra i motivi della decisione resa nota ieri dal Mattino di Padova, c’è infatti che il bimbo «per i magistrati sarebbe troppo effeminato e, secondo una perizia psicologica del 2012 aggiornata poi a luglio, l’eccessivo attaccamento alla madre potrebbe in futuro portare a forme di devianza: è inaccettabile», dice al telefono. Versione smentita dalla presidente del Tribunale Maria Teresa Rossi: «Non allontaniamo un minore dai familiari perché ha atteggiamenti effeminati. Non facciamo discriminazioni di natura sessuale. Il nostro interesse riguarda il comportamento complessivo». Nel decreto dei giudici si legge in effetti che il ragazzo presenta «aspetti di dipendenza» dalla madre con «difficoltà di identificazione sessuale, tanto che in alcune occasioni era andato a scuola con gli occhi truccati, lo smalto sulle unghie o brillantini sul viso» e che nonostante la psicoterapia e l’assistenza dei servizi sociali «è peggiorata la condizione psicologica del bambino» che ha difficoltà di «pensiero autonomo e critico» ed è «aggressivo, provocatorio, maleducato, usa un linguaggio anch’esso provocatorio e molto scurrile, disturba gli altri, usa la menzogna, tende a fare l’eccentrico». E in particolare, rilevano i magistrati nel passaggio che ha suscitato più critiche, «tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effemminati in modo provocatorio». L’allontanamento, però, è stato deciso perché «il lavoro terapeutico non risulta possibile nel contesto familiare», «non vi sono genitori in grado di sostenere attivamente una psicoterapia del ragazzo» e le misure graduali prese finora dal Tribunale «non hanno prodotto alcun risultato». A monte c’è una lotta durissima tra i genitori, separati dal 2007, con la madre che ha denunciato il marito per violenza sessuale sul figlio (l’uomo è stato assolto per insufficienza di prove, la Procura di Padova ha fatto ricorso) e poi, per percosse, il responsabile della comunità diurna a cui è affidato il bimbo. Soprattutto c’è che il piccolo, scrivono i giudici, è «usato come strumento del conflitto di coppia» da genitori incapaci di «sintonizzarsi con i suoi stati d’animo». Anche da qui la decisione di allontanarlo da entrambi