«Da zero a 6 milioni» La rinascita di Ballantyne
Un pullover ispirato al polo DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Gli avevano chiesto di rilanciare un marchio famoso e pieno di fascino che da una decina d’anni aveva perso un po’ del suo appeal britannico ma lui, una vita nel settore tessile — dalla gavetta come commesso viaggiatore, fino a consulente commerciale di molte aziende, poi distributore di brand importanti come Giorgio Armani — a forza di curare e immaginare un futuro migliore per quella creatura, di nome Ballantyne, se n’è innamorato e se l’è comprata. «Sono stato chiamato dalla famiglia Montezemolo per traghettare il marchio fuori da un fondo, rispolverarlo per poi rivenderlo — racconta Fabio Gatto —. Ma invece di spaventarmi sono rimasto “intrappolato” e nell’agosto 2015, trovati un paio di soci giusti, fuori dall’ambiente moda, abbiamo deciso di provarci». E sembra che coraggio e intuizione siano state premiate se da zero, in un anno e mezzo, il fatturato è arrivato a 6 milioni di euro. E ora presentano a Firenze una capsule di pullover riproponendo i famosi intarsi figurativi dedicati allo sport: polo, rugby e golf. «Siamo ripartiti dalla vera storia del cachemire e siamo tornati a produrre in Scozia – aggiunge Gatto – nella zona di Hawick dove ho conosciuto degli ex dipendenti di Ballantyne che si sono commossi». Tra i progetti della nuova Corso Italia spa, lo sviluppo della linea donna che, con un’inversione di tendenza, rappresenta già il 58% del giro d’affari. «Abbiamo aperto un laboratorioboutique a Milano dove stiamo sperimentando dei format di vendita da esportare nei deparment store». E dove troverà posto la fragranza realizzata in esclusiva dalla Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella.