Corriere della Sera

IL UN GIRONE INFERNALE

PRONTO SOCCORSO

- Caro Cazzullo, Gabriele Salini gabriele.salini@gmail.com

Ha suscitato scandalo il caso dei malati curati per terra nei locali del pronto soccorso dell’ospedale «Santa Maria della Pietà» di Nola, nel Napoletano. Ma che cosa avrebbero dovuto fare i medici? Piuttosto che rimandare a casa i pazienti, li hanno assistiti come meglio potevano. Qui la responsabi­lità è dei continui tagli alla sanità e ai servizi offerti sul territorio; è di chi, pur conoscendo la gravità della situazione denunciata due anni fa in Parlamento, non è intervenut­o.

Caro Salini,

La situazione è grave. Le racconto la mia esperienza. La scorsa estate ho passato una notte al pronto soccorso di una piccola città. Non le dirò il nome perché, accanto a personale scostante e scortese, ho trovato persone gentili e competenti e non voglio che si offendano. Scene da girone dantesco, e non solo perché eravamo al terzo piano sotto terra. Bambini figli di extracomun­itari che attendevan­o da ore urlando con arti fratturati a penzoloni. Anziani con l’influenza che erano lì dal mattino in attesa di essere visitati. Barelle ovunque. Bagni che non venivano puliti dai tempi del pentaparti­to. Il giorno dopo sono andato per un controllo in ospedale, nello stesso edificio. Al sesto piano fuori terra pareva di stare a Houston, in una delle cliniche dove vanno a farsi operare i miliardari: infermieri sorridenti, macchinari all’avanguardi­a, medici rilassati, nessuna coda, vista sul verde. Ma spostare un po’ di gente da un piano all’altro, e rivedere orari e investimen­ti?

Altro esempio: lunedì mattina il Frecciaros­sa Roma-Milano delle 11 è partito con 56 minuti di ritardo perché una passeggera si è sentita male. Ovviamente non la si poteva sbarcare sui binari, così i ferrovieri hanno avvisato la polizia che ha chiamato un’ambulanza. La risposta è stata che ambulanze — nel centro di Roma — non ce n’erano. La passeggera nel frattempo si è ripresa e ha accettato di partire; altrimenti il treno sarebbe rimasto fermo ancora, per lo sconcerto degli stranieri e la rassegnazi­one degli italiani. Ma pensare a un posto di prima assistenza, in una stazione dove passano migliaia di persone? O in stazione devono esserci solo negozi?

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