Corriere della Sera

«Ho pianto ma dico basta La lettera che ho firmato? Carta straccia, non cedo»

- Olivio Romanini

L’ultima volta che aveva pianto aveva 11 anni, esattament­e 40 anni fa: l’ha rifatto due giorni fa in bagno, da solo, negli uffici di Bruxelles. Ma ora l’europarlam­entare Marco Affronte, romagnolo, 51 anni, biologo marino, è più sereno anche se la decisione di lasciare il Movimento Cinque Stelle gli è costata «una grande sofferenza».

Qual è stata in questi giorni la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

«La gestione dilettante­sca delle ultime vicende in Europa, con l’aggravante che tutta la trattativa è stata tenuta nascosta ai parlamenta­ri europei: mi sono chiesto come si potesse decidere di rendere pubblica una notizia così importante come l’accordo con i Liberali senza avere prima chiuso la cosa. Ma la mia scelta di lasciare i Cinque Stelle viene da lontano perché molte cose si sono accumulate nel corso del tempo».

Quali?

«Non ho condiviso la decisione del Movimento di non presentars­i alle elezioni amministra­tive nella mia città, Rimini, ma soprattutt­o non sono più disposto a continuare ad accettare che le votazioni online vengano vendute come democrazia diretta. Non si decide niente, sempliceme­nte sono ratifiche di decisioni già prese altrove, sono votazioni che fanno un po’ ridere. Queste cose ce le avevo sullo stomaco e gliele ho dette a Grillo e Casaleggio nell’incontro a Bruxelles ma le loro risposte non mi sono piaciute e forse questa è stata l’ultima goccia per me».

Come la mette con la penale da 250 mila euro che M5S chiede a tutti i parlamenta­ri che lasciano? Grillo ha ribadito che vuole i soldi.

«Quella lettera che ho firmato è carta straccia, ho chiesto pareri ad avvocati e mi hanno confermato che il valore legale del documento è inesistent­e. Viola la Costituzio­ne e il regolament­o del Parlamento europeo perché comprime la libertà dell’eletto. Non credo useranno davvero questi mezzucci, sarebbe vergognoso, in caso comunque ci tuteleremo dal punto di vista legale».

Finisce il sogno del Movimento per lei?

«Per me sì, è stata una decisione che mi ha provocato una grande sofferenza. Ho pianto, non mi vergogno a dirlo. Adesso sono sereno anche se so che riceverò molti insulti. Con i Cinque Stelle è così, quando sei dentro, sei molto dentro, quando sei fuori, sei fuori davvero».

Lei è entrato nel gruppo dei Verdi, cosa farà adesso?

«Parlando con il capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo, Philippe Lambert, gli ho detto che in pratica il partito in Italia non c’è più. Magari riparto da lì».

La lista di quelli che se ne sono andati o sono stati cacciati dai Cinque Stelle è impression­ante ma poi il Movimento va sempre avanti lo stesso. Come vede il futuro per i suoi ex compagni di viaggio?

«Nessuno in M5S chiede mai scusa, se non ci sarà una seria riflession­e e se continuera­nno con questa arroganza non finiranno bene politicame­nte».

Grave che la trattativa sia stata fatta tenendoci all’oscuro Macché democrazia diretta, si vota online su cose già decise

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