«Volevano fare i moderati, sono un partito feudale Lotta all’euro con Salvini»
«Questa mossa ha segnato l’inizio del declino del Movimento». È un fiume in piena Marco Zanni. «Sì, è vero. Ho ufficializzato il mio passaggio come indipendente nel gruppo Enf (quello di Marine Le Pen e Matteo Salvini, ndr) perché oggi è l’unico credibile in grado di portare avanti una battaglia nel creare un altro sistema per la cooperazione europea alternativo alla Ue».
Perché lascia il Movimento?
«Non è più credibile nel portare avanti le battaglie contro l’euro e contro l’Unione Europea. I Cinque Stelle hanno avuto un cambio di rotta dopo la Brexit: volevano darsi un vestito più moderato per stare dentro l’euro e l’Unione Europea. Le dico una cosa…».
Dica.
«Dopo il voto britannico dovevo andare in tv e fui sostituito da David Borrelli proprio per attenuare le mie posizioni sull’euro. Mi fu comunicato dalla Comunicazione. Già allora avevo pensato di lasciare».
E il passaggio in Alde?
«Quella è stata una operazione portata avanti da David Borrelli: se fosse andata in porto a mio avviso avrebbe controllato il M5S in Europa. E ha segnato per me un secondo motivo di frattura: c’è una mancanza di fiducia dei vertici nei confronti di noi deputati. Anzi di più».
In che senso?
«La vicenda ha dimostrato ancora una volta la mancanza di democrazia interna. I vertici hanno tenuto una struttura politica feudale, con un blog che indirizza le scelte. Questo non è nemmeno compatibile con il loro bacino di voti: non possono scegliere in 40mila se hai milioni di elettori».
Ora avete lasciato in due...
«Può essere un segnale positivo per ripartire per il Movimento: se vuole andare avanti si deve ripulire dall’aura fideista e da una struttura opaca».
Cosa avrebbe fatto se il Movimento fosse confluito in Alde?
«Premetto che è una scelta strategica suicida: finire su una barca che sta affondando mentre sei su una che va a gonfie vele. Sarei rimasto come indipendente in Efdd. Lunedì Casaleggio ha distribuito dei moduli da firmare per l’ingresso in Alde: non ho firmato e me ne sono andato».
E perché non è rimasto in Efdd?
«Per non compromettere la mia immagine, per coerenza. Lunedì ho sentito Farage e martedì, prima del suo incontro con Grillo, mi aveva espresso la sua volontà di tenermi nel gruppo. Ma Sarei rimasto con Farage, lui me l’aveva chiesto ma ho posto come condizione che M5S fosse fuori dal gruppo
io ho posto una condizione».
Quale?
«Che non ci fosse il Movimento in Efdd: non volevo essere apparentato a quel tipo di figura e di credibilità».
Ha parlato con Salvini?
«L’ho sentito. Con la Lega e l’Enf condivido in pieno la battaglia contro l’euro e per una nuova Europa. E io avrò autonomia di voto. Mi piacerebbe unificare un fronte anti euro da sinistra a destra e con, l’economista Claudio Borghi, presentarlo per le Politiche».
Teme la penale da 250 mila euro?
«Non è un problema se intendono dare il la alla cosa, agirò di conseguenza. La mia è una svolta di coscienza».