Il test per la penale sugli eletti, scatta subito la guerra legale I giuristi: è incostituzionale
generale, consustanziale al concetto di democrazia liberale. L’eletto governa in assoluta libertà, non può avere condizionamenti». E se la Raggi si comportasse diversamente dalla politica dei 5 Stelle? «Ma l’eletto chi è, la signora Raggi o il suo dante causa? C’è un malinteso: nella democrazia liberale, il popolo non governa ma sceglie i governanti». Concorda Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta: «Non ci può essere una pena privata, un risarcimento punitivo. E questo vale per ogni carica elettiva. Difficilmente troverà qualche giurista che dica il contrario». E in effetti, sono di questo avviso in molti, compresi l’avvocato Titta Madia e l’ex «ideologo» 5 Stelle Paolo Becchi.
Ma sarà un collegio di tre giudici, domani, a dire una parola decisiva sulla vicenda Raggi. Il ricorso, per conto della senatrice dem Monica Cirinnà, è stato scritto dall’avvocato Venerando Monello. Che chiede non solo di dichiarare nullo il contratto, ma anche di dichiarare l’ineleggibilità della Raggi e di conseguenza la decadenza immediata. Paolo Morricone, l’avvocato che difende il sindaco, è tranquillo: «Le cause di ineleggibilità sono tassativamente previste dalla legge e questa non c’è. Se non fosse così, sarebbe il caos». Il «contratto» è firmato solo dai consiglieri. La controparte chi è? «L’associazione formata dai 5 Stelle, di cui è presidente Grillo. È un contratto associativo pienamente valido». Che impegna anche gli assessori. E Raffaele Marra, arrestato? E Paola Muraro, indagata? «Gli assessori sono citati ma non l’hanno firmato, quindi per loro non vale».
Marco Affronte, che ha lasciato il gruppo europeo, non ha intenzione di pagare. Qualcuno gli chiederà il conto? Difficile. Anche perché, spiega Lorenzo Borrè, avvocato dei 23 espulsi a Napoli, «quella è una dichiarazione unilaterale. E, paradossalmente, l’uscita dal gruppo non è prevista come causa di violazione».
E i parlamentari romani? Per ora, non devono temere capestri. Ma Giulia Sarti annuncia battaglia: «Lo sa quanti transfughi ci sono in questo Parlamento? Aboliremo il vincolo di mandato. E metteremo le multe anche qui». Roberta Lombardi è convinta della norma: «Si dice che è nulla? E chi lo dice? Deve dirlo un magistrato». Domani, la parola passa ai magistrati di Roma.