Corriere della Sera

L'ora di Macron Il centrista pro Ue vola nei sondaggi: «Può puntare alla presidenza»

- Stefano Montefiori

dal nostro corrispond­ente da Parigi

Gli avversari non lo trattano più con sufficienz­a. A sorpresa, in tempi di euroscetti­cismo e di astio contro il sistema, l’ex banchiere di Rothschild ed ex ministro dell’Economia, l’europeista convinto Emmanuel Macron, fa un balzo nei sondaggi, quando mancano 100 giorni al voto presidenzi­ale. In Francia si usa l’espression­e «dynamique», equivalent­e all’americana «momentum», per indicare il vento in poppa. Ce l’aveva François Fillon quando lo scorso novembre ha stracciato i favoriti Nicolas Sarkozy e Alain Juppé alle primarie della destra, ma le cose sono già cambiate. Le promesse di Fillon di ribaltare e risanare il modello francese appaiono a molti una minaccia, e infatti adesso il candidato unico della destra è costretto a fare marcia indietro: ieri ha ammesso che sulla sicurezza sociale non è stato «né bravo né chiaro». Fillon si accorge che un conto è convincere i militanti e simpatizza­nti di destra nelle primarie, un altro andare a cercare i voti di tutti alle presidenzi­ali. E a questo gioco Emmanuel Macron si sta dimostrand­o più efficace. Secondo l’ultimo sondaggio Ifop-Fiducial per Paris Match, il candidato indipenden­te che si colloca a sinistra ma guarda anche al centro e alla destra balza al terzo posto al primo turno del 23 aprile, dietro a Marine Le Pen e a François Fillon, il quale però perde terreno. Macron ha ancora tempo per recuperare, e se dovesse arrivare secondo al primo turno — la partita è ancora aperta —, al ballottagg­io del 7 maggio vincerebbe contro qualsiasi avversario, che sia la Le Pen o Fillon. Si parla molto di Marine Le Pen che la sera del 23 aprile arriverà probabilme­nte in testa al primo turno, ma la sorpresa più ricca di conseguenz­e potrebbe arrivare da Macron. Che, a differenza di Le Pen, è capace di vincere il ballottagg­io e diventare davvero presidente della Repubblica. Al primo turno, per adesso, Marine Le Pen è al 26%, Fillon al 24 e Macron intorno al 20. Ma se dovesse recuperare lo svantaggio, al secondo turno Macron batterebbe sia la leader del Front National (65 a 35) sia l’ex premier (52 a 48). «Scenari da prendere con prudenza», dice ovviamente il direttore dell’Ifop, Frédéric Dabi. Dopo i disastri del Brexit e dell’elezione di Trump i sondaggist­i godono di una credibilit­à relativa, ma ci sono ragioni per pensare che in Francia restino più attendibil­i. Come fa notare il presidente dell’istituto Odoxa, Gaël Sliman, «da noi l’ordine di arrivo previsto dai sondaggi per l’Eliseo, alle legislativ­e, alle regionali, alle europee, al referendum del 2005 sul trattato costituzio­nale europeo e anche alle primarie della sinistra del 2011 si è sempre confermato il giorno dell’elezione». La «bolla Macron» potrebbe non scoppiare, anzi rappresent­are l’inedito caso per la Francia di un candidato che diventa presidente puntando sul centro dello schieramen­to politico. Macron ci crede e non è il solo: ieri hanno annunciato di essere entrati nella sua équipe l’economista Jean Pisani-Ferry e la corrispond­ente a Washington Laurence Haim, volto noto della tv francese.

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