Il primo ricorso all’Arbitro, per 32 mila euro
Pensionato di Palermo, ha comprato titoli Pop Vicenza e non accetta l’indennizzo
È un pensionato di 67 anni che vive a Palermo, e che ha perso 32 mila euro comprando titoli della Popolare di Vicenza, il risparmiatore italiano che ha presentato il primo ricorso all’Arbitro delle controversie finanziarie che è appena stato istituito dalla Consob. «Le comunichiamo che il ricorso è stato correttamente protocollato — ha risposto l’Autorità di vigilanza il 10 gennaio — ed è stato assegnato il numero uno». Oltre a questo «primato», a Giuseppe (il nome è di fantasia), restano ben poche altre soddisfazioni. «Nelle azioni di Pop Vicenza — dice attraverso il suo avvocato, Andrea Garibaldi Pace, esperto in diritto bancario, finanziario e di Borsa — ho investito il 35% della liquidazione che ho ricevuto quando ho smesso di lavorare nel 2010. Me le ha vendute Banca Nuova, vantando la certezza e la sicurezza dell’investimento e soprattutto la possibilità di poterli monetizzare in qualsiasi momento, se ne avessi avuto bisogno». Invece, le
cose vanno diversamente. Giuseppe — che precisa di non avere alcuna esperienza in fatto di investimenti e di non aver saputo che le azioni non erano quotate e che il valore lo aveva stabilito la banca stessa — alla fine del 2013 ha bisogno di soldi per aiutare il figlio, ma non riesce a vendere le azioni. «Mi hanno detto che per il momento non si potevano vendere e che avrei dovuto aspettare. Salvo poi apprendere che la Popolare di Vicenza era in gravi difficoltà e che le azioni da me acquistate erano diventate carta straccia». Oltre al danno la beffa. «Ho scoperto che mi fanno ancora pagare 100 euro per tenere e custodire le mie azioni che oggi ne valgono 50». Da qui la scelta di rivolgersi allo Sportello Tutela Credito, che — specifica l’avvocato Pace che lo presiede — ha già trattato oltre 40 casi di risparmiatori «traditi», tra la Popolare di Vicenza, che offriva le sue azioni attraverso la controllata Banca Nuova, e Mps. Giuseppe ha comprato 525 azioni al prezzo di 61,6 euro, praticamente ai massimi a cui è arrivato il titolo (62,5 euro). «La valutazione del titolo non era reale — dice Pace — : è possibile che negli ultimi cinque anni le azioni delle banche quotate in Borsa sono scese di molto, mentre quelle di Bpvi sono salite o rimaste stabili?». E l’offerta di transazione? «Non viene presa in considerazione perché inadeguata».