Confindustria: le norme sui professionisti? Troppo sbilanciate, è concorrenza sleale
Alla Camera il ddl lavoro autonomo. La replica degli ordini: nessun privilegio
circa 200 milioni di euro, 600 dipendenti e una flotta di 74 treni Bombardier — rientra nella strategia di internazionalizzazione del Piano industriale 2017-2026 del gruppo FS Italiane. L’elevata qualità del servizio offerto da Nxet — 400 collegamenti per gli oltre 42 milioni di passeggeri/anno che utilizzano le 26 stazioni presenti lungo la linea ferroviaria Londra – Shoesburyness di 64 chilometri — è confermata dalla posizione di vertice nella classifica dei franchise britannici in termini di puntualità. Per il gruppo ferroviario italiano non si tratta della prima operazione del geanche rispetto alle imprese, per cui meglio sarebbe stralciare tutto quello che riguarda le professioni ordinistiche.
Nel merito, sono soprattutto due i punti contestati da Confindustria. Il primo: il fatto che agli appalti pubblici possano partecipare anche gli autonomi. «Le aziende hanno numerosi obblighi, come quello di essere iscritte al registro imprese, per esempio. Per nere: in Germania Fs controlla al 51% Netinera, in Francia opera nei servizi internazionali con Thello e a breve in Grecia, attraverso Trainose, opererà sulla linea Atene-Salonicco.
Tornando al Regno Unito, la recente costituzione di Trenitalia UK, società di diritto inglese, è segno della volontà di Trenitalia di entrare e affermarsi nel mercato d’Oltremanica. Processo già avviato a fine 2015 con il conseguimento del cosiddetto passport, pre-condizione indispensabile per la partecipazione alle gare del mercato ferroviario britannico. Tra le quali, oltre alla Londra-Edimburgo, gli autonomi non valgono le stesse regole», contesta Confindustria.
Poi c’è l’articolo 5 che introduce deleghe al governo per l’attribuzione alle professioni ordinistiche di nuove competenze e attività. Tra cui «l’assolvimento di compiti e funzioni finalizzati alla deflazione del contenzioso giudiziario». Anche questo passaggio non piace a Confindustria, che teme l’introduzione di nuove forme di conciliazione in materia di lavoro.
E i professionisti che cosa ne pensano? «Se il legislatore ritiene che alcune funzioni o attività che lo Stato non è in grado di assolvere in modo corretto ci possano essere affidate va bene. Purché non si scarichino su di noi nuovi compiti a costo zero. La sussidiarietà non può essere a carico dei professionisti», risponde Gaetano Stella, a capo di Confprofessioni.
Su un punto, però, Stella proprio non ci sta: «Qui non ci sono privilegi a favore delle professioni ordinistiche. Ed è giusto che su certe materie, come la sicurezza sul lavoro per esempio, le tutele siano uguali per tutti gli autonomi». Morale: no allo stralcio.