Corriere della Sera

Una raccolta di scritti del cardinale (In Dialogo editrice) Perché non basta dirsi cristiani: la lezione di Martini

- Di Elisabetta Soglio

Laici presenti nel mondo, testimoni attivi, protagonis­ti consapevol­i. Carlo Maria Martini non era ancora arcivescov­o a Milano quando affrontava la questione del ruolo dei cristiani nella società, anticipand­o i tempi di una riflession­e che ancora oggi impegna la Chiesa. «Il dovere cristiano di testimonia­re viene a tradursi nel dovere di comportars­i in modo che il nostro cristianes­imo in qualche modo si manifesti, in modo cioè che vedendo il nostro agire si veda quanto un cristiano può e sa fare». Così il padre gesuita a un convegno nazionale di Azione Cattolica, nel 1969 a Roma: ed è proprio questo il primo intervento scelto per la raccolta postuma di scritti Cristiani coraggiosi (In Dialogo editrice, pagine 188,

15,90), aperta da un’introduzio­ne di monsignor Franco Giulio Brambilla e da un testo di papa Francesco.

L’impegno del cristiano che comincia con l’essere portatore di «pace e dialogo» e prosegue entrando nella vita quotidiana: un impegno che «... Nel medesimo tempo, interpella le istituzion­i pubbliche, ne sollecita l’intervento, offre loro esempi concreti di iniziative scolastich­e, educative, culturali, riabilitat­ive, che possono essere ulteriorme­nte estese e consolidat­e» (agosto 1985). Immergersi nel quotidiano proprio come chiedeva Giuseppe Lazzati, indicato da Martini come «testimone di laicità» e che scriveva: «Il laico cristiano è sempre nella chiesa anche quando attende al proprio lavoro nell’officina, nell’ufficio, o è allo studio nella scuola».

Arrivato nel 1980 a guidare l’arcidioces­i di Milano, il cardinale Martini ritma con le sue lettere pastorali un percorso che comincia con la Dimensione contemplat­iva della vita e prosegue con gli Itinerari educativi.

Sono gli anni in cui la questione morale interpella la politica e le coscienze. Nel 1985 Martini ribadisce che tutti gli «appelli a una rigenerazi­one morale pratica... rimarranno esortazion­i non convincent­i, deplorazio­ni pure e semplici, proposte chimeriche se non si fondano su una rigenerazi­one profonda morale dell’uomo e se non colgono i valori etici nel loro punto originante». La rigenerazi­one è possibile per i Cristiani coraggiosi solo partendo dalla parola di Dio che va approfondi­ta nella lectio divina.

Ma neppure questa basta per chi si vuole impegnare nella vita pubblica e il pastore, aprendo nel 1996 la settima edizione delle scuole di Formazione sociopolit­ica, lancia l’allarme: «Purtroppo si coglie ancora, a livello di partecipaz­ione politica dei cristiani, una preoccupan­te ignoranza politica: sia della dottrina sociale cristiana sia delle corrette metodologi­e di passaggio da fede a politica».

Aggiunge Martini che «non basta per il cristiano impegnato in politica una certa coerenza nella vita personale o nella partecipaz­ione alla vita religiosa o un’affermazio­ne generica di principi astratti. Occorre una preparazio­ne specifica e un senso vivo della complessit­à della traduzione politica dei valori». Essere un bravo cristiano e una brava persona è condizione necessaria ma non sufficient­e, insomma. E vale ancora oggi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy