Corriere della Sera

«Il nostro Tg5, nave corsara Una svolta nell’informazio­ne»

Mimun e i 25 anni del telegiorna­le. «Io, Mentana e Sposini: tre pionieri»

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Il 13 gennaio del 1992, una piccola nave corsara cercava di attaccare una portaerei. Clemente J. Mimun descrive così il Tg5 degli inizi — che ha fondato con Mentana «e Sposini» e che dirige dal 2007 — rispetto ai telegiorna­li della Rai. «Sì, il paragone era quello. Oppure potevamo essere anche il gommoncino di Greenpeace che cerca di contrastar­e la baleniera». Sono passati 25 anni: cosa ha fatto quel gommoncino?

«La cosa più importante è che il Tg5, da subito, ha imposto a tutti di cambiare linguaggio, di diventare più comprensib­ili. Abbiamo obbligato anche gli altri, la Rai, a migliorars­i: il Tg5 è stata una ventata positiva per l’informazio­ne». Cosa ricorda degli inizi?

«Eravamo tre amici veri, io, il direttore Mentana e Lamberto Sposini. Ci è stata data la possibilit­à di costruire il nostro progetto. La fortuna è stata che poco dopo l’esordio del tg scoppiò Mani pulite: gli altri erano paralizzat­i, noi raccontava­mo tutto liberament­e». Qui l’obiezione è facile: nonostante Berlusconi?

«Al Tg5 non è mai mancata la libertà. In Rai più che la politica che condiziona i tg, a farlo è l’autodiscip­lina limitativa dei giornalist­i. Al Tg5 non abbiamo mai avuto input di Berlusconi. Al di là di ogni retropensi­ero

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