Binaghi alza lo smash a Milano per scuotere Roma
«Che si levino dalla testa che sono gli Internazionali di tennis di Roma e che non avremo il coraggio di spostarli. Sono gli Internazionali d’Italia e possono andare nella città che offrirà le migliori condizioni di crescita al torneo».
Se ad alzare il pallonetto per lo smash di Milano è il presidente della Federtennis Angelo Binaghi, e se dall’altra parte della rete c’è Roma, il match si fa interessante. Fantatennis, per ora, una chiacchiera oziosa ma appassionante come un confronto impossibile tra Rod Laver e Roger Federer: chi è il migliore di sempre? Succede che Binaghi bussi alla porta di Palazzo Marino per lanciare l’idea del Master giovani e si veda aprire subito: disponibilità dell’assessore allo sport Roberta Guaineri, risposte veloci, Fiera di Rho apparecchiata, il sindaco Sala alla conferenza stampa. Morale: il Master U21 è già realtà (7-11 novembre). Rispetto alle pastoie delle amministrazioni capitoline, un paradiso. «Ho visto materializzarsi un Paese serio — trasecola Binaghi —, un esempio virtuoso. Speriamo che la nuova gestione di Roma ne sia all’altezza». Per gli Internazionali al Foro Italico la Fit chiede trasporti, posteggi, servizi, nettezza urbana, spazio per i taxi, coinvolgimento dei quartieri, il sorteggio del Ultimo re Andy Murray, vincitore a Roma nel 2016 (Afp)
tabellone al Colosseo (un vecchio pallino di Binaghi, che non si spiega perché sia stato concesso per il concerto di Biagio Antonacci e vietato ai fuoriclasse del tennis). Primo incontro con la giunta Raggi nel luglio 2016. Poi silenzio. Aggravato dal niet all’Olimpiade di Roma 2024, che dietro di sé ha lasciato macerie fumanti e umori fetidi. Ed ecco che alzare il pallonetto per Sala («Abbiamo creato un nuovo asset con Milano: se son rose, fioriranno...»), può essere funzionale per scuotere la Raggi. «Macché vendetta — spiega Binaghi al Corriere —. Io sono presidente di una federazione che ha il suo baricentro nel Nord Italia e il mio mestiere è valorizzare gli Internazionali». Che nacquero a Milano nel ‘30 e nel ‘61 furono ospitati a Torino. I competitor, Indian Wells e Madrid, sono in mano a privati, Larry Ellison (Mister Oracle) e Ion Tiriac, che non devono fare anticamera nel gabinetto della Raggi: investono. «Da parte nostra c’è una forte determinazione a tenere l’evento a Roma» fa sapere — non a caso — l’assessore allo sport romano Frongia. Comune e Coni Servizi hanno avviato l’iter per la copertura del centrale (che l’Atp chiede per il 2019) di un torneo che vale 150 milioni di indotto l’anno. E a cui vale la pena di fare il filo pur aspettando un Palazzetto dello sport (che non risolverebbe il problema) dal 1985.