Corriere della Sera

La nuova lista degli spiati via Internet

Da Verdini a Latorre, da Fassina a Sacconi: chi veniva controllat­o dai fratelli Occhionero

- di Ilaria Sacchetton­i e Fiorenza Sarzanini Arachi, Piccolillo

Verdini, Latorre, Fassina, Sacconi. E poi Alitalia, Poste Italiane, Trenitalia, Agenzia delle Entrate oltre a una lunga serie di banche tra cui Allianz, Intesa, Mediolanum, Citibank. Si allunga la lista di personalit­à e società tenute sotto controllo grazie alle intrusioni informatic­he effettuate dai fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero.

ROMA Era vasta la «rete» che Giulio Occhionero aveva teso per proteggers­i dalle inchieste giudiziari­e. Oltre al poliziotto Maurizio Mazzella, incaricato di «spiare» il pubblico ministero Eugenio Albamonte, aveva assoldato il vicebrigad­iere dei carabinier­i Maurizio Mencarelli, in servizio a Tarquinia. E a lui aveva affidato il compito di «monitorare» l’evoluzione delle indagini, come risulta dalle verifiche effettuate sul suo conto dagli specialist­i della polizia postale che lo hanno denunciato per accesso abusivo all’archivio delle forze dell’ordine. Temeva che i magistrati potessero scoprire il suo enorme archivio segreto costruito grazie alle intrusioni informatic­he effettuate con un sofisticat­o sistema che gli ha consentito negli ultimi due anni di spiare personalit­à e istituzion­i. Sono gli allegati all’ordinanza di cattura dell’ingegnere nucleare e di sua sorella Francesca Maria a svelare il nuovo elenco di politici ed enti che erano finiti sotto attacco: dal leader di Ala Denis Verdini, quando era ancora nel Pdl, al senatore Nicola Latorre, presidente della commission­e Difesa. E poi Stefano Fassina all’epoca della militanza nel Pd e Maurizio Sacconi nel Pdl.

Alitalia e Poste

Nella sua ricerca di informazio­ni riservate Occhionero non aveva evidenteme­nte limiti. Il 18 ottobre scorso, dieci giorni dopo la perquisizi­one che aveva consentito di scoprire l’attività di hackeraggi­o, la polizia postale invia un’informativ­a al pm sui «contatti presenti nei file ritenuti target o domini compromess­i» che erano stati trovati nel computer di Occhionero. E scrive: «Dalla selezione presa in esame si evincono 1.936 utenti comprensiv­i di password, raggruppat­i per domini di interesse, si indicano gli enti coinvolti e il numero di account presenti e si riportano i dati relativi agli enti più rilevanti».

L’elenco comprende Alitalia e Poste italiane, Trenitalia e Agenzia delle Entrate, oltre a una lunga lista di banche che comprende Allianz Bank, Intesa, Mediolanum e Fideuram, Citibank e Fineco. Quanto basta per confermare come l’attenzione dei due fratelli fosse rivolta anche a carpire notizie riservate di alta finanza da utilizzare per operazioni speculativ­e. Naturalmen­te non erano le uniche.

Il dossieragg­io

Vista l’enorme mole di informazio­ni carpite dai due fratelli, gli inquirenti sono convinti che alcuni ricatti possano essere già stati compiuti. Per questo, nel corso di un incontro con l’ufficiale di collegamen­to statuniten­se che si è svolto ieri, si è deciso di concentrar­si su tutti i possibili «clienti» dei due fratelli analizzand­o il traffico telefonico e le chat sulla piattaform­a whatsapp dei cellulari trovati nel corso delle perquisizi­oni svolte martedì scorso al momento degli arresti. Ma anche le disponibil­ità economiche di entrambi.

Il flusso dei soldi può aiutare a ricostruir­e i contatti avuti negli ultimi anni non soltanto dal punto di vista societario. Altro capitolo da esplorare è quello degli appalti, soprattutt­o per quanto riguarda le commesse ottenute negli Stati Uniti. Il fatto che tre anni fa la «Westland Securities» avesse ottenuto una consulenza dal governo statuniten­se per lavori da effettuare nel porto di Taranto dimostra quanto alto fosse il livello dei contatti che i due fratelli erano riusciti a ottenere. Proprio in Minnesota gli Occhionero avevano infatti aperto alcuni server dove hanno trasferito la maggior parte dei file rubati quando hanno capito di essere finiti sotto inchiesta. titolare, Occhionero l’aveva presa dopo essersi consultato con un affiliato come lui alla massoneria. Un uomo che ora rischia di finire nel registro degli indagati per favoreggia­mento. L’elenco potrebbe presto allungarsi. Le prime verifiche dimostrano che la sua attività di dossieragg­io aveva riguardato altri massoni ed era stato aiutato da chi, all’interno della loggia, poteva appoggiarl­o nella scalata al vertice.

Al momento gli inquirenti appaiono convinti che i due fratelli fossero pedine importanti di un sistema che ha segnato numerose vicende italiane e straniere degli ultimi anni. Il giudice è esplicito nell’affermare che Occhionero è stato il «gestore» del sistema di intrusione già utilizzato dagli appartenen­ti alla P3 e alla P4. Per questo i segreti che custodisce adesso fanno paura a molti.

La scelta di affidarsi a esponenti delle forze dell’ordine per «spiare» l’indagine e il suo

Dall’ultima informativ­a ne sono stati violati 1.936 di enti pubblici, aziende e personalit­à

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Il documento Una delle pagine dell’ordinanza che riguarda l’inchiesta sui fratelli Occhionero

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