Corriere della Sera

«Punite i manager scorretti»

«Fiducia nei manager». «Debitori, distinguer­e sfortunati e scorretti». Il nodo delle note Bce

- di Mario Sensini

«In alcune banche ci sono state gestioni che possono aver violato norme deontologi­che e penali». Il ministro Padoan auspica giustizia «rapida» sui manager.

Non si può gettare discredito sull’intero sistema bancario, perché si offre ai risparmiat­ori, e all’estero, una percezione sbagliata, immotivata e dannosa. Ma secondo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, i banchieri che hanno sbagliato dovranno pagare il conto. «In alcuni casi la crisi ha messo a nudo comportame­nti di amministra­tori e manager che possono aver violato norme deontologi­che e penali. Per tutti questi il governo auspica che la giustizia faccia rapidament­e il proprio corso e che tutti quelli che hanno provocato danni alla collettivi­tà, ai creditori in generale, vengano sanzionati» ha detto ieri il ministro in Parlamento.

Là dove avrà il potere di farlo, ad esempio dopo aver eseguito una ricapitali­zzazione preventiva, il Tesoro potrà rimuovere i consigli di amministra­zione, e così succederà al Monte dei Paschi, anche se l’amministra­tore delegato, Marco Morelli, «che aveva dato la sua disponibil­ità a dimettersi» dopo il fallimento dell’aumento di capitale, «gode della fiducia del governo». Ma ad occuparsi degli eventuali illeciti che hanno messo in crisi alcuni istituti dovrà essere la magistratu­ra, ha chiarito il ministro. Piuttosto cauto anche sulla possibilit­à di mettere all’indice, come ha chiesto l’Abi e come vogliono molte forze politiche, Pd compreso, i clienti delle banche che non hanno restituito i prestiti concessi. «In principio penso che la trasparenz­a sia importante, ma bisogna fare un ragionamen­to più ampio su come si arriva a identifica­re comportame­nti che siano scorretti, piuttosto che comportame­nti sfortunati» ha detto Padoan.

L’intervento sul Monte dei Paschi, che sarà ricapitali­zzato dallo Stato, è stato rapido e non ha causato una perdita di ricchezza. Sarà temporaneo e avrà come obiettivo il risanament­o definitivo dell’istituto. Dopo il fallimento dell’aumento di capitale sul mercato, era l’unica alternativ­a possibile alla liquidazio­ne, che avrebbe avuto «conseguenz­e gravissime sui risparmiat­ori, sulle imprese affidate, sui lavoratori e sulla fiducia nel sistema». Che è nel suo complesso solido, e sta voltando pagina. Il sostegno a Monte Paschi, l’aumento di capitale Unicredit, la cessione di Banca Marche, Etruria e CariChieti a Ubi, la fusione tra Bpm e Banco Popolare, il buon andamento di Intesa «sono elementi che tutti insieme danno un segnale importante. Visto l’andamento incoraggia­nte dell’economia non è da escludersi l’innesco di un circolo virtuoso tra consolidam­ento bancario, pulizia dei bilanci, ripresa della crescita» che possono favorire l’uscita dalla crisi.

Padoan ha ribadito le sue perplessit­à sulla comunicazi­one «senza spiegazion­i» della Bce riguardo l’aumento di capitale Mps, «ormai stabilito» in 8,8 miliardi di euro, di cui 6,6 a carico dello Stato, con un’operazione che prevede anche il rimborso di 2,2 miliardi di obbligazio­ni subordinat­e ai piccoli risparmiat­ori, che lo Stato tutelerà, come ha fatto per quelli che hanno investito nelle quattro banche finite in risoluzion­e. Vittime, ha detto Padoan, di «comportame­nti impropri o illeciti» da parte delle banche.

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Audizione Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è stato ascoltato ieri al Senato sul decreto salvarispa­rmio

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