«Non voglio tasse Ue più alte»
L’ex premier Monti: i dubbi tedeschi sul nostro lavoro? Quando lo leggeranno si tranquillizzeranno
Mario Monti rassicura Berlino e spiega come avere fondi Ue per le nuove emergenze senza aumentare le tasse.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Pare che al governo tedesco, in particolare al ministero delle Finanze, non sia piaciuto il documento preparato da una commissione presieduta da Mario Monti sulla riforma dei bilanci dell’Unione europea. Il segretario di Stato al ministero Jens Spahn, un emergente della Cdu di Angela Merkel, a caldo ha preso le distanze dalle proposte radicali avanzate ufficialmente ieri a Bruxelles dall’ex presidente del Consiglio italiano. Ciò nonostante, sembra improbabile che Berlino ostracizzi
il progetto Monti, destinato a diventare una proposte formale della Commissione Ue.
«Stimo molto Spahn – ha detto ieri Monti al Corriere – Confido che quando avrà tempo di leggere attentamente il rapporto sarà tranquillizzato». Secondo il senatore a vita italiano, il lavoro della commissione che ha presieduto ha prodotto una proposta di riforma «molto ortodossa», che non va contro gli orientamenti prevalenti in Europa, anche dei governi a guida conservatrice come quello tedesco. Anzi. C’è spazio per una posizione condivisa sulla riforma del budget europeo futuro.
Il documento – cento pagine – fondamentalmente sposta il finanziamento alla Ue dai versamenti di ogni singolo membro, come avviene in gran parte oggi, a una raccolta diretta da parte di Bruxelles. Tasse europee. Alla base c’è l’idea di «spostare l’attenzione sul bene pubblico europeo», dice Monti, di condurre «una revisione critica della struttura e della spesa di bilancio» e di abbandonare il concetto che si afferma ogni sette anni durante le trattative sul bilancio Ue che «l’Europa sia a somma zero», cioè che quel che ottiene un Paese possa solo venire dalla sconfitta di un altro. «Il criterio – dice Monti – dev’essere sempre più quello di stabilire se l’Europa è in grado di difendere i beni pubblici, ad esempio la sicurezza, più di quanto lo siano i singoli Stati in difficoltà a farlo». Il documento «non è un lavoro finalizzato ad accrescere le tasse in Europa», aggiunge Monti.
Il progetto in discussione riguarda il bilancio Ue a cominciare dal 2021. La proposta è quella di introdurre tasse europee
e il paper avanza alcune proposte, anticipate ieri dal quotidiano tedesco Handelsblatt: una tassa sulle emissioni di anidride carbonica, una sull’elettricità, sulle transazioni finanziarie, sulle società e via dicendo. Tutte ipotesi da discutere. «D’altra parte – ricorda Monti – lo stesso Wolfgang Schäuble qualche mese fa aveva avanzato la proposta di una tassa europea sulla benzina: nel documento non la facciamo nostra ma serve a confermare la necessità di disegnare una nuova struttura del bilancio comune».
Spahn e i politici conservatori tedeschi si rendono conto della necessità di riformare il processo di formazione del bilancio Ue: le esigenze nuove date da emergenze diventate strutturali – ad esempio le migrazioni e il terrorismo – comportano sfide diverse da quelle del passato; inoltre, l’uscita dalla Ue del Regno Unito, uno dei maggiori contribuenti netti al bilancio, rende inevitabile una ridistribuzione di oneri e vantaggi. I tedeschi temono però che la riforma sia un Cavallo di Troia con il quale la Ue, grazie a una sorta di imposizione diretta, aumenterebbe spese e tasse, con una reazione dei cittadini ancora più estrema contro l’Europa. Inoltre, pensano che ciò darebbe troppa autonomia alla Commissione a scapito dei governi che oggi controllano la borsa. «Ora il denaro c’è solo quando un Paese mette in pratica raccomandazioni specifiche della Ue», ha commentato nella sua critica Spahn. Spazi per un accordo, però, forse ci sono.
Dal 2021 Il progetto in discussione riguarda il bilancio Ue a partire dal 2021 Alla base c’è l’idea di spostare l’attenzione sul bene pubblico europeo