Corriere della Sera

«Il quesito sugli appalti conta anche più dei voucher Avanti contro il Jobs act»

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Cominciamo dall’articolo 18. Circola un sospetto: che la Cgil abbia forzato di proposito il quesito per farselo bocciare ed evitare così il rischio di una sconfitta.

«È una grandissim­a sciocchezz­a — risponde il leader della Fiom-Cgil, Maurizio Landini —. Lo dimostra anche il fatto che nella consulta c’è stata una discussion­e vivace e che la decisione di non ammettere il referendum è stata presa solo a maggioranz­a. Comunque per noi la questione resta una battaglia di civiltà».

Torna ai toni del 2002?

«I licenziame­nti economici e disciplina­ri stanno aumentando perché è venuto meno il deterrente dell’articolo 18. E con i nuovi contratti previsti dal Jobs act, nel giro di 10-15 anni, avremo cancellato lo Statuto dei lavoratori, che nel 1970 portò la Costituzio­ne in fabbrica. Cioè avverrà il contrario della difesa della Costituzio­ne chiesta dagli italiani il 4 dicembre».

Come andrete avanti?

«Valuteremo le motivazion­i della sentenza e poi decideremo. Intanto chiediamo che già da domani il governo fissi la data dei due referendum ammessi: su voucher e appalti».

Il governo annuncia una legge per restringer­e l’uso dei voucher. Basterà a evitare il referendum?

«No. Vogliamo cancellare anche la parola voucher. È ora di tornare a parlare in italiano, come mi ha detto un lavoratore in assemblea, perché da quando usate queste parole straniere, ha aggiunto, i miei diritti si sono ridotti. Non si può andare in tabaccheri­a e comprare un voucher come un pacchetto di sigarette».

Ma che c’è di male, per esempio, a usarli come ha fatto anche la Cgil per piccole attività dei pensionati?

«Penso sia stato inopportun­o che alcune strutture del sindacato abbiano usato, sia pure in modo limitato, i buoni lavoro. La Cgil ritiene che le attività occasional­i debbano essere regolate contrattua­lmente. Nella Carta dei diritti che abbiamo presentato in Parlamento a questo sono dedicati gli articoli 80 e 81. Solo se il governo riporta il lavoro occasional­e ai pochi casi che lo giustifica­no — giardinagg­io, ripetizion­i, sostegno agli inabili — allora si può valutare se il referendum abbia ancora senso».

Passiamo al referendum sugli appalti. È marginale, come dicono molti, o no?

«Non è affatto marginale. Per importanza è superiore anche ai voucher. I lavori in appalto e subappalto riguardano tutti i settori e milioni di lavoratori, dalla sanità alla logistica, dalla cantierist­ica al commercio. Succede che per i lavoratori ai quali non viene pagato lo stipendio o non si versano i contributi non c’è la responsabi­lità di nessuno. Per spezzare questa degenerazi­one deve esserci una responsabi­lità

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