Corriere della Sera

Il rebus dei rimborsi agli obbligazio­nisti Così il Tesoro-azionista

- F. Mas.

A Rocca Salimbeni non vedono l’ora di leggere La Gazzetta Ufficiale. Manca un passaggio, il decreto attuativo del decreto Salva-risparmio, perché Mps possa tornare sul mercato a proporre emissioni obbligazio­narie per rafforzare la propria liquidità, assottigli­atasi pericolosa­mente nelle settimane di limbo tra l’aumento di capitale privato, poi fallito, e l’intervento dello Stato con gli 8,8 miliardi imposti dalla Bce per la «ricapitali­zzazione precauzion­ale».

Il decreto è atteso nei prossimi giorni, in tempo perché il consiglio Mps di giovedì prossimo possa approvare l’emissione di bond garantiti dallo Stato — dunque con rischio pari alla Repubblica Italiana — per 1,5-2 miliardi in base alle richieste del mercato per un titolo Mps.

La legge è stata ritagliata sulle esigenze di Siena: il decreto salva-risparmio prevede che «la garanzia sulle passività possa essere concessa anche a una banca che abbia una carenza di capitale o che non rispetti i requisiti minimi di capitale, purché abbia comunque patrimonio netto positivo», è specificat­o nel testo scritto del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ieri in audizione al Parlamento. «In questi casi è però richiesta la notifica individual­e alla Commission­e Ue che potrà imporre delle condizioni... più stringenti di quelle previste per le banche che non abbiano una carenza di capitale». È esattament­e il caso di Mps, che ha già avanzato la richiesta di garanzia pubblica per 15 miliardi di emissioni. «Anche in questo caso», sottolinea Padoan, «è necessaria la presentazi­one, entro due mesi dalla concession­e della garanzia, di un piano di ristruttur­azione volto a confermare la redditivit­à e la capacità di raccolta della banca a lungo termine senza ricorso al sostegno pubblico». Una prima bozza è attesa per fine mese, e sarà discussa tramite il Tesoro con Bruxelles e anche con la Bce.

Padoan si è soffermato anche sul diverso trattament­o dei titolari di bond subordinat­i delle quattro banche saltate rispetto a quelli di Mps, che sono ancora in attesa di capire come avverrà la restituzio­ne delle nuove azioni Mps al Tesoro: «Sono banche e situazioni diverse. Nel caso di Mps è stato applicato (il burden sharing, ndr) perché era lo strumento indicato. Nel caso delle quattro banche, il bail-in ancora non c’era, ed è stato applicato il burden sharing». I bond di Siena saranno convertiti in azioni Mps al 100% del loro valore e potranno essere scambiati con bond senior cedendo le azioni al Tesoro, che alla fine potrebbe trovarsi con il 70% di Mps; quelli di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrar­a sono invece stati azzerati, e i risparmiat­ori hanno perso tutto. A certe condizioni potranno ottenere un rimborso forfettari­o dell’80%. Ma si trattava di banche insolventi.

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La responsabi­le della vigilanza della Banca Centrale Europea di Francofort­e, la francese Daniéle Nouy. Ha chiesto un aumento da 8,8 miliardi

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