La Playstation, il bar, gli spinelli I giorni vuoti di Manuel e Riccardo I selfie in discoteca, i racconti in piazzetta: «Ho sniffato coca, mi fa sentire potente»
DALLA NOSTRA INVIATA più ma con gli stessi risultati disastrosi dell’amico d’infanzia. E quando saltavano le lezioni era sottinteso che la mattina sarebbe passata davanti al videogioco di turno. Sempre che — ciascuno a casa propria — non avessero fatto l’alba a forza di giocare. In quel caso troppo sonno e niente scuola: meglio arrivare all’ora di pranzo dormendo un po’ nel rifugio di Riccardo, il garage di casa adattato a monolocale, mentre i suoi genitori lavoravano al ristorante di famiglia.
Di pomeriggio era facile trovarli al Club One, un bar a poche centinaia di metri dalla villetta del massacro. Tende di plastica a sfidare il gelo e molto, molto fumo a galleggiare a mezz’aria.
Gli amici della loro compagnia sfogliano a ripetizione i giornali locali. Leggono titoli e commentano, ricordano. Di quei due e delle loro ore di calcetto, dei giri al centro commerciale di Comacchio, dell’andirivieni fra Codigoro e Caprile, dove Manuel viveva con i suoi genitori. A proposito di fumo: Riccardo era un fanatico delle sigarette, elettroniche e non. «Lo vedevi seduto qui magari per un pomeriggio intero a chiacchierare e fumare, quasi sempre Manuel era con lui» racconta uno dei ragazzetti che ieri stava facendo la stessa cosa sotto la tenda del Club One: fumare e chiacchierare.
Erano poche le serate in discoteca, dicono tutti. Manuel e Riccardo andavano d’estate all’Ipanema e d’inverno al Caprice. Un po’ in pista a ballare, un po’ a scattare fotografie da postare su Instagram, con un superalcolico fra le mani e le ragazze sullo sfondo.
Nell’adolescenza di Manuel ci sono state più ragazze di quante ne abbia avute Riccardo, secondo tutti più timido e insicuro dell’amico su quel fronte. Nessuna delle fidanzatine vuole commentare quello che è successo mentre qualche compagno di scuola racconta della droga. Gli spinelli erano per tutti e due all’ordine del giorno, come confermerebbero anche le analisi fatte dopo l’arresto. Ma lui, Riccardo, si vantava anche di aver Insieme I due amici di sempre Riccardo e Manuel fotografati durante una festa sniffato cocaina: «Mi ha fatto sentire potente» avrebbe raccontato più di una volta nella piazzetta a due passi dal solito bar.
Nelle giornate senza studio né lavoro c’era spazio per chattare con il telefonino, per organizzare giri in scooter o gite al mare attraverso i gruppi WhatsApp. E spesso capitava che Manuel rispondesse malamente a qualcuno, che litigasse o polemizzasse a distanza via cellulare, isolandosi sempre di più. E siccome lui e Riccardo erano l’uno ombra dell’altro, tutto si estendeva sempre anche all’amico.
I genitori dell’uno e dell’altro hanno provato mille e mille volte a rimediare al vuoto che vedevano crescere nei giorni dei loro figli. E ci hanno provato gli insegnanti a scuola. Dopo ogni sgridata sembrava potesse cambiare qualcosa ma l’illusione durava lo spazio di un giorno. Il tempo di tornare nel silenzio e nella solitudine delle proprie stanze, davanti alla solita playstation.
Nel 2017, speravano le loro famiglie, finalmente avrebbero fatto progetti, sarebbe cambiato tutto. Ma loro hanno aspettato l’anno nuovo a casa di Manuel: una pizza e poi in cameretta a giocare, di nuovo. Sono usciti a notte fonda per andare chissà dove.
Il solo piano nuovo di quei due ragazzi era fatto di ferocia e morte.
Le ragazze Il più grande aveva avuto qualche ragazza in più del secondo, più timido e insicuro Riccardo lo vedevi seduto qui al tavolo del Club One, magari per un pomeriggio intero, a chiacchierare e a fumare Entrambi fumavano marijuana praticamente ogni giorno, e in paese Riccardo si vantava di aver provato anche droghe pesanti