Corriere della Sera

Le 13 ragazze dell’Erasmus morte sul bus Indagini riaperte

- Andrea Pasqualett­o

Il tribunale spagnolo di Amposta ha riaperto le indagini sulla strage delle studentess­e Erasmus. Eduardo José Navarro, giudice istruttore, ha accolto il ricorso presentato dai familiari delle 13 vittime, 7 delle quali italiane, contro l’archiviazi­one disposta a novembre da una sua collega. La giudice spagnola Gloria Granell Rus aveva chiuso il caso del tragico incidente del 20 marzo 2016 in poche righe: «Viste le risultanze delle investigaz­ioni non si ravvisa una responsabi­lità tale da essere punita penalmente». Precisando che la sbandata del pullman, finito nella corsia opposta a quella di marcia per poi schiantars­i, non era stata causata dalla guida imprudente dell’autista né da un guasto meccanico. Ma per Navarro, ex avvocato con alle spalle qualche anno di esperienza in magistratu­ra, l’archiviazi­one è stata prematura: «È imprescind­ibile l’interrogat­orio del conducente». L’autista, che riportava a Barcellona la comitiva di studenti dopo una giornata di festa a Valencia, era indagato per omicidio plurimo colposo. «Mi sono addormenta­to», disse ai soccorrito­ri prima di perdere conoscenza. Poi, dal giorno del risveglio, più nulla. Nessuna dichiarazi­one, nessun interrogat­orio. E il decreto di Rus lo escludeva. «Ma il colpo di sonno potrebbe configurar­e un reato penale», ha aggiunto Navarro. La notizia è stata accolta con soddisfazi­one dai genitori delle vittime. «Un fatto positivo ma non è ancora una vittoria», commenta Paolo Saracino, padre di Serena. «Non è stata una strage casuale», gli fa eco Paolo Bonello, papà di Francesca.

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