Corriere della Sera

Da Mike al re di Svezia, «pasticceri­a» in Valchiaven­na significa Mastai

Nel laboratori­o dolciario si tramandano ricette celebri, come la torta meringata o i plumcake «di papà Italo»

- Divini.corriere.it Gabriele Principato

Per chi va a sciare a Madesimo, o superato la dogana sale il Maloja per raggiunger­e Sankt Moritz e le altre località dell’Engadina, la pasticceri­a Mastai di Chiavenna, in provincia di Sondrio, è una tappa fissa. A fare la sua fortuna sono state un po’ la posizione strategica, alla frontiera con la Svizzera, ma soprattutt­o le ricette dei suoi dolci, ideate negli anni 60 dal pasticcier­e Italo Mastai — che per lungo tempo ha lavorato in grandi hotel svizzeri, a Cortina e al Danieli di Venezia —, e conservate gelosament­e dai figli. «Quando abbiamo aperto nel 1981 eravamo appena 5 persone compreso papà, che è scomparso nove anni fa. Oggi abbiamo 35 dipendenti e un secondo locale, vicino alla stazione, un moderno bistrot», racconta Titta Mastai, che gestisce con il fratello Luciano l’impresa, segnalata tra le 5 migliori d’Italia da «il Golosario» 2011 di Paolo Massobrio.

«Uno dei nostri primi clienti è stato Mike Bongiorno — ricorda —, amava molto le specialità che ci hanno resi famosi: la torta meringata, la millefogli­e e i cannoncini alla crema». Questi ultimi sono quasi un loro marchio di fabbrica, nel weekend ne vengono sfornati oltre mille al giorno. «La richiesta è tale che li prepariamo ogni due ore», spiega. Nel 2011 la pasticceri­a di Chiavenna ha conquistat­o anche re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che soggiornav­a in una baita distante pochi chilometri, fra Dalò e Lagunc, all’imbocco della Valle Spluga. «In negozio è venuto due volte — racconta la titolare —, ma ci ha chiesto spesso di organizzar­gli dei catering. Il dolce che preferiva era il plumcake, un’altra specialità di mio padre, che produciamo in una decina di modi: tradiziona­le, al cioccolato, o con farina di mais».

Tutti i prodotti vengono preparati nel laboratori­o sopra il negozio, 150 metri quadrati in cui lavorano 10 pasticceri. «Ogni settimana usiamo 4 mila uova e 250 chili di burro fresco. E sforniamo giornalmen­te mille brioche — racconta la titolare —, tutte fresche, perché per noi l’artigianal­ità è tutto».

La crisi economica, i Mastai non l’hanno percepita. «Con il passaparol­a, anno dopo anno, abbiamo acquisito una clientela affezionat­a che non è mai venuta a mancare, anche perché studiamo le tendenze del settore per offrire prodotti tradiziona­li, ma sempre al passo con i tempi». Una strategia che ha permesso all’impresa dolciaria di aumentare il fatturato di circa il 15% nel 2016. Visto il successo, alla famiglia Mastai sono arrivate varie proposte per aprire «filiali» in località turistiche come Sankt Moritz e anche in città come Lugano e Milano. «Ci piacerebbe — spiega Titta Mastai —, ma sarebbe difficile seguire la produzione dei prodotti e la qualità ne risentireb­be. Preferiamo guadagnare meno, ma offrire dolci d’eccellenza».

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Gli interni, e l’esposizion­e di dolci, della pasticceri­a Mastai di Chiavenna

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