Messaggi, ironie e giochi di parole Come «battezzare» il nostro wi-fi
Basta sigle e numeri, il 70 % decide di personalizzare la sua rete. Così
ove c’è il wi-fi c’è casa. Quanto meno per quel 70 per cento delle famiglie italiane che ha una connessione a internet. Senza wi-fi ci sentiamo persi, soli, annoiati, in una parola: disconnessi. C’è quindi da stupirsi se alla rete di casa diamo anche un nome, come al cane o al gatto? La tendenza è sempre più diffusa, come conferma anche Tim, tra i principali fornitori del servizio in Italia. L’azienda fa sapere che nell’ultimo anno «sempre più clienti hanno cambiato il nome alla rete per personalizzarla e riconoscerla». Molti scelgono il cognome della famiglia, per distinguere il proprio wi-fi da quello dei vicini, mentre i titolari di bar e alberghi optano per il nome della loro attività, per aiutare i clienti a connettersi alla rete giusta. Qualcuno vola basso e si limita a ribattezzare la connessione con termini generici come «ADSL» o «Fibra», ma non mancano i nomi creativi. Ed è qui che le cose si fanno interessanti. the Internet Explorer», «WiFigo») agli scherzi indirizzati ai malcapitati che tentano (invano) di connettersi («Caricamento in corso», «Wi-fi gratuito»). Non mancano i nomi autoironici («Poveri ma col wifi», «Gabbia di matti») e quelli pensati per aiutare parenti poco pratici con il pc, come l’eloquente «Mamma, clicca qui». nativo di Reggio Emilia ma berlinese da sei anni: «Ho iniziato a cercare e annotare nomi nel 2015 — racconta — e la mappa è online da agosto 2016. Per ora ci sono 270 reti». Poche per fare una statistica, abbastanza per avanzare qualche ipotesi. Chi cambia di più i nomi del wi-fi, le famiglie o i giovani? «Se dovessi scommettere, direi i secondi», risponde Prandi. «Un po’ per il grande numero di spoilers di Game of Thrones che ho trovato (nomi come: «Tizio Muore nel finale di stagione») e un po’ perché quella dei millennials è la generazione che più si interfaccia al prossimo tramite internet. Abbiamo i social network per parlare con i nostri amici e le app per gli incontri sentimentali, ma manca un mezzo per lanciare messaggi alle persone geograficamente vicine a noi. Qui a Berlino, in sei anni e sette appartamenti, avrò interagito con due o tre vicini di casa al massimo: non mi sorprende vedere che c’è gente che cerca un contatto con i propri vicini tramite i nomi del wi-fi invece che bussando alla porta e presentandosi».
In Germania come in Italia, in effetti, il quesito è lo stesso: perché sempre più persone sentono il bisogno di personalizzare la loro rete? Secondo Prandi il motivo è un recondito desiderio di tendere la mano verso chi abita a poche decine di metri da noi. Secondo la professoressa Amber Burton, esperta di identità digitali dell’Università britannica di Bournemouth, anche il nome del wi-fi fa ormai parte «dell’intreccio di cose che scegliamo per presentare e rappresentare noi stessi».