Corriere della Sera

Milano Gariwo, il manifesto dei Giusti «Carta dei valori per il presente»

- Di Alessia Rastelli

Il primo gennaio 1977 un gruppo di dissidenti cecoslovac­chi guidati dal drammaturg­o Václav Havel e dallo scrittore Pavel Kohout rendeva pubblica la dichiarazi­one di Charta 77. Un manifesto firmato da 242 personalit­à molto diverse per ideologia e fede, «unite dalla volontà di perseguire individual­mente e collettiva­mente il rispetto per i diritti umani e civili». Quarant’anni dopo, l’associazio­ne Gariwo, la foresta dei Giusti, presieduta da Gabriele Nissim, si ispira a quel modello e lancia la proposta di una Carta dei valori per il nostro tempo.

«A Praga si ritrovaron­o liberali, socialisti, comunisti, ebrei, cattolici, protestant­i: uomini diversi ma animati dalla fiducia nel dialogo e in un percorso comune contro il totalitari­smo», spiega Nissim, che ha annunciato il progetto di una cosiddetta «Carta 2017» ieri, nella Sala Buzzati del «Corriere della Sera» a Milano. «Il male estremo di oggi — prosegue il presidente di Gariwo — è il terrorismo, che avvelena e conduce al nichilismo. Come fece Havel, la nostra risposta è l’impegno morale, prima che politico. Ecco perché vogliamo lanciare una riflession­e collettiva che conduca alla Carta dei valori, a un codice di comportame­nto per persone di diversa appartenen­za politica, religiosa, culturale, ispirato ai Giusti che ancora oggi si contrappon­gono alla cultura dell’odio e del nemico».

Cita tra gli altri Hamadi ben Abdesslem, la guida che nel 2015 a Tunisi salvò un gruppo di italiani nell’attacco al Museo del Bardo. Il termine Giusto, infatti, è tratto dal passo della Bibbia «chi salva una vita salva il mondo intero» ed è stato attribuito per la prima volta in Israele a chi salvò gli ebrei dalla persecuzio­ne nazista. Il concetto viene poi ripreso per chi provò a fermare lo sterminio degli armeni e per tutti coloro che Il drammaturg­o Václav Havel (a destra) con altri firmatari di Charta 77 a Praga

hanno cercato di impedire i genocidi, di difendere i diritti umani in situazioni estreme o che lottano per la memoria contro il negazionis­mo. Nel 2012 il Parlamento europeo ha anche approvato la proposta di Gariwo di istituire il 6 marzo la Giornata dei Giusti per tutti i genocidi. «Chi salva vite negli attentati, chi si batte per integrare i migranti, chi reagisce al nazionalis­mo — chiarisce Nissim — è un Giusto di oggi. Ci richiama alle nostre responsabi­lità e ci insegna a vivere».

Il primo passo per elaborare la Carta è il ciclo di incontri «La crisi dell’Europa e i Giusti del nostro tempo», organizzat­o da Gariwo in collaboraz­ione con il Teatro Franco Parenti-Accade- Il ciclo di appuntamen­ti si svolgerà con il patrocinio della Fondazione Corriere

mia del Presente e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Milano e della Fondazione Corriere della Sera. La prevenzion­e dei genocidi (17 gennaio), la battaglia culturale contro il terrorismo fondamenta­lista islamico (14 febbraio), la crisi dell’Europa (30 marzo), i Giusti del nostro tempo (18 maggio), saranno i temi di quattro dibattiti ospitati, sempre alle 18, nella sala grande del Teatro Franco Parenti. Sul palco testimoni, intellettu­ali e studiosi come Yair Auron, Hamadi ben Abdesslem, Marcello Flores, Hafez Haidar, Gérard Malkassian, Alberto Negri, Olivier Roy negli appuntamen­ti di gennaio e febbraio; Massimo Cacciari, Gabriella Caramore, Ferruccio de Bortoli, Konstanty Gebert, Salvatore Natoli, Milena Santerini e lo stesso Nissim nelle date di marzo e maggio.

«Questi incontri sono una svolta perché cercano soluzioni ai problemi dell’oggi. Nel difficile contesto del nostro tempo, i Giusti contribuis­cono ad al- lontanare gli spettri dell’incomprens­ione, dell’estremismo, dei populismi e dei totalitari­smi», commenta il presidente della Fondazione Corriere, Piergaetan­o Marchetti. È stato lui ieri ad aprire la conferenza stampa, sottolinea­ndo come anche la prossima Giornata della Memoria, il 27 gennaio, per ricordare le vittime della Shoah, non sia solo «un impegno per il passato, ma anche per il presente».

Per Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti, che ha moderato il dibattito in Sala Buzzati, il filo conduttore dei 4 eventi sarà la «responsabi­lità di fare nostri i temi di Gariwo, diventando a nostra volta ambasciato­ri». «Ospitandoc­i — continua —, la Fondazione Corriere dà un importante sostegno a un’iniziativa che il Teatro Franco Parenti vive come uno strumento per diffondere e approfondi­re il dibattito, in un momento così grave per l’Europa». Il programma di appuntamen­ti, infatti — come spiega Sergio Scalpelli, presidente dell’Associazio­ne Pier Lombardo — si svolge al Parenti nell’ambito dell’iniziativa Accademia del Presente, nata «su suggestion­e di Andrée Ruth Shammah per ricostruir­e un rapporto di interazion­e con le persone sull’Europa e l’essere europei».

Ricorda il sostegno a Gariwo il presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolé, secondo il quale «in un mondo senza padri, l’esempio dei Giusti è fondamenta­le, specie per i giovani». Quindi annuncia di volere «far entrare nel circuito turistico della città il Giardino dei Giusti», l’area sul Monte Stella dove a ciascun Giusto è dedicato un albero. Toccante, infine, lo scrittore e candidato al nobel per la Pace di origine libanese Hafez Haidar, che sottolinea «il ruolo cruciale della cultura e dell’apertura all’altro per costruire un mondo migliore, educare alla responsabi­lità e non cedere al male dell’Isis».

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