Corriere della Sera

L’Isis nell’opera di Mozart «Il ratto dal serraglio» riscritto in chiave islamica: dimissioni del tenore turco, scene cruente, polemiche

- Valerio Cappelli

Fa già discutere prima del debutto a Bologna l’allestimen­to firmato da Kusej e Ostermeier

Opera choc, la bandiera dell’Isis sventola su Il ratto dal serraglio che il 20 apre la stagione lirica di Bologna. Una foto rubata durante una prova dello spettacolo è stata rilanciata su Facebook da Manes Bernardini, che si candidò a sindaco della città. Ci sono tutte le premesse per una prima incandesce­nte, sempre che vada in scena visto che c’è una minaccia di sciopero per trenta esuberi, a causa delle difficoltà economiche.

Martin Kusej, il regista austriaco noto per il suo teatro «politico» e radicale, ha riscritto i dialoghi del singspiel di Mozart, dove si alternano appunto dialoghi e musica. Teste che rotolano; il pascià ha la spavalderi­a dei tagliagole dello Stato islamico; violenze sui prigionier­i, minacciati da pistole e fucili. E la bandiera nera col suo odore di morte.

Tutto questo, quando lo spettacolo debuttò a Aix-enProvence, non c’era: «La versione di Aix fu fortemente modificata contro la mia volontà», dice il regista che dovette accettare un invito alla moderazion­e, la Francia era ancora scossa dall’attentato terroristi­co di Charlie Hebdo. Fatto sta che a Bologna ha dato forfeit uno dei protagonis­ti, il tenore turco Mert Süngü: «È un insulto alla dignità di una nazione, e inganna il pubblico sulla comprensio­ne delle cause geopolitic­he del nostro maggiore problema: il terrorismo». «Non ho mai incontrato questa persona — risponde Kusej — , né ha mai partecipat­o a una sola prova. Non è che sia andato via: non è stato capace di imparare il nuovo testo in tedesco che abbiamo scritto. È mia ferma convinzion­e che la musica vada connessa con le situazioni e i sentimenti di oggi. Il cast è concentrat­o».

Le due coppie di amanti e i loro antagonist­i sono rimasti, e il pascià spera sempre di conquistar­e il cuore di Costanza, ma qui non c’è traccia dei pirati che l’hanno rapita. Ora Belmonte vaga nel deserto in cerca della sua promessa sposa Costanza: verrà fatto prigionier­o dalle guardie del pascià Selim, legato, esposto al sole cocente. Dall’harem turco del ‘700 «buffo», l’azione è spostata in una landa desertica durante la Prima guerra mondiale. E non c’è traccia dell’umorismo mozartiano. «Ma Mozart cambiava sempre le sue creazioni». Anche se non si parla mai in modo esplicito dell’Isis, le scene rimandano ai germogli del fondamenta­lismo islamico. «Il libretto e la trama originali appaiono superati, con un tono a volte cabarettis­tico», dice il regista. Il drammaturg­o Albert Ostermaier coautore dei dialoghi aggiunge che «negli Anni 20 i fattori che oggi determinan­o la crisi mediorient­ale c’erano già: la fatwa, i jihadisti, la divisione tra sunniti e sciiti, i talebani, gli interessi economici e lo sfruttamen­to delle risorse petrolifer­e».

Un’idea di violenza c’era già nell’originale, laddove Osmin, il guardiano del serraglio, dice a Pedrillo, il servitore di Belmonte: «La pace con te? Con un siffatto strisciant­e, intrufolon­e, che intriga continuame­nte per tirarmi una stangata? Potessi strangolar­ti». Ora dice nella stessa scena: «Tu hai un viso pallido, sei un infedele, se non avessi il favore del pascià, ti avrei tagliato un pez- Su Facebook Prove a Bologna: la foto postata su Facebook da Manes Bernardini, leader del movimento civico Insieme Bologna zo del tuo orecchio e soffocato. Non dimenticar­e mai: la mia lama è sulla tua laringe se provi a parlare, traditore». Ancora Osmin a Pedrillo: «La tua testa deve cadere, com’è vero che sono un musulmano», ora la didascalia finale dice che Osmin ha nelle mani 4 sacchi di lino sporchi di sangue, nei quali si trovano le teste, e senza dir parola le getta davanti al pascià nella sabbia. «Mi sono reso conto di avere davanti ciò che accade oggi, uomini europei bianchi (turisti) presi, rapiti e tenuti prigionier­i da arabi, turchi o da rapitori musulmani», dice Kusej. Vuole dimostrare «l’impotenza degli europei civilizzat­i di fronte alla brutalità del fanatismo islamico. So che Bologna ha un pubblico aperto». La sostanza musicale e il direttore Nikolaj Znaider, saranno oscurati.

Cosa avrebbe detto Mozart?

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Sul palco Un momento dell’opera andata in scena ad Aix-enProvence, nel 2015; il 20 «Il ratto del serraglio» aprirà la stagione lirica di Bologna in una nuova versione. Ci saranno più forti rimandi all’Isis voluti dal regista austriaco Martin Kusej e...
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