Corriere della Sera

«Music», bel programma frenato dalle chiacchier­e di Bonolis

- Di Aldo Grasso

Verrebbe da dire: un bel programma, peccato ci fosse Bonolis. Bonolis o chiunque altro. L’idea di fondo di «Music», il programma ideato da Paolo Bonolis e Gianmarco Mazzi e scritto da Sergio Rubino, Marco Salvati, Federico Moccia, Barbara De Simone, con Nicola Brunialti, Graziamari­a Dragani, Armando Vertorano (ma davvero servivano così tanti autori?) è questo.

Si invitano cantanti famosi, magari una star internazio­nale come Simon Le Bon e John Travolta (costo?), e con la scusa di far loro scegliere la «canzone della vita», si prepara una bella scaletta di cover (Canale 5, mercoledì, 21.20). Buoni cantanti e buona musica, il gioco è fatto. Specie se puoi contare su autori come Lennon-Cartney, Leonard Cohen, Ludwig van Beethoven, Pink Floyd… Di questi tempi poi, in cui l’industria discografi­ca non se la passa tanto bene, trovare cantanti non così difficile.

Persino Manuel Agnelli, smessi gli abiti dell’indipenden­te duro e puro, si concede alla tv generalist­a (peraltro, l’interpreta­zione di «The Long and Winding Road» dei Beatles è la più bella della serata). Persino Fedez e J-Ax sembrano ormai Albano e Romina. Già, il gioco è fatto, se non ci fosse Bonolis o chi per lui. Nonostante la serata fosse registrata (e dunque con ampie possibilit­à di montaggio), le chiacchier­e con i cantanti erano così prive di ritmo, così autorefere­nziali e compiaciut­e (ma servono così tanti autori per scrivere simili banalità?), da appesantir­e in maniera insopporta­bile il programma.

È così importante sapere il ruolo della mamma nella vocazione di Renga (forse per il suo psicoanali­sta, non certo per lo spettatore), o il marchetton­e sul resort di Travolta, o le avventure pubiche di Agnelli? La regia di «Music» è di Roberto Cenci. Produttore per Arcobaleno Tre è Niccolò Presta, produttore per SDL 2005 Marco Bruganelli. Per tutto bene, ma in famiglia meglio.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy